La continua immissione di liquidità da parte delle banche centrali sta modificando in modo profondo le leggi dei mercati e dell’economia, soprattutto per quanto riguarda il mondo obbligazionario.
Quando acquisto un’obbligazione sto in sostanza prestando dei soldi ad uno Stato o ad una società. La logica vuole che chi presta del denaro si aspetta di ricevere un interesse (rendimento) proporzionato alla rischiosità del prestito: se presto soldi ad un debitore che ha sempre rimborsato e che ha buon merito creditizio, chiederò un interesse più basso, mentre se presto soldi ad una società o un Paese a più alto rischio d’insolvenza, il mio premio dovrà essere più alto.
La continua immissione di denaro da parte delle banche centrali con il Quantitative Easing (QE) ha stravolto questo meccanismo: la liquidità nel sistema è talmente elevata che le stesse banche, obbligate e depositare presso una banca sovranazionale europea la liquidità per motivi di sicurezza dei clienti correntisti, ricevono ogni anno un rendimento negativo del – 0,5% per questo deposito.
E già questo è un controsenso: le banche che hanno più soldi, quelle che stanno meglio a livello di bilancio, avranno più soldi da depositare presso la BCE e quindi perderanno più soldi ogni anno. * Va detto in questo caso che una delle prossime mosse della BCE per rilanciare l’economia sarà il Tiering, ovvero portare da -0,5% a 0% il tasso sui depositi delle banche, che non perderanno più soldi. Si stima un guadagno (mancata perdita) delle banche europee per 4 Miliardi di € e di questo ne trarranno sicuramente beneficio gli indici azionari con più banche all’interno, come il nostro FTSE MIB italiano.
Tornando a noi, oltre che sui depositi delle banche, il QE infinito ha creato grossi paradossi anche sul mercato dello obbligazioni: oggi al mondo sono in circolazione 15 mila Miliardi di € di obbligazioni a rendimento negativo.
Stando a quanto detto prima, non è logico prestare soldi (comprare obbligazioni) ricevendo in cambio meno soldi di quelli prestati.
La domanda è: ma perché un investitore dovrebbe comprarle? La risposta non è così semplice e scontata e bisogna andare più in profondità rispetto ai titoli di giornale e ai TG.
- Il caso del Bund (Tiolo di Stato tedesco a scadenza 10 anni) è emblematico: oggi un Bund rende -0,59% all’anno. Come può avere un rendimento negativo? Ciò può significare che c’è talmente tanto rischio a livello sistemico (cosa oggi non vera) che chi ha soldi ha così tanto timore del fallimento della propria banca che preferisce depositarli presso le casse dello stato più sicuro d’Europa per 10 anni, la Germania, pagando una sorta di assicurazione o deposito che costa -0,59% all’anno.
In questo modo, le emissioni di Bond aumentano, perché paradossalmente più debito pubblico (titoli di Stato) emette la Germania, più il suo debito pubblico diminuisce (perché alla fine dei 10 anni del prestito il Paese ha ricevuto soldi invece di pagare interessi)..
Un altro paradosso è però che il titolo decennale degli Stati Uniti, Paese che sta battendo tutti i record di occupazione, PIL, consumi e investimenti, quindi un’economia ancora in forte crescita, renda l’1,70% circa annui. La domanda che ci si fa è: ma perché quindi, un paese più sicuro, paga di più interessi di un paese come la Germania che pur essendo forse il più sicuro in Eurozona sta andando pian piano verso la recessione? Questo è il primo grande interrogativo.
Oltre la Germania anche i titoli di Stato anni di Austria, Francia, Germania, Svezia, Paesi Bassi, Svizzera e Giappone hanno tutti rendimenti negativi. Se si scende di duration (scadenze a 5, 2, 1 anno) chiaramente il rischio del prestito sarà più basso e i rendimenti saranno ancora più negativi.
- Non solo Titoli di Stato. Ci sono anche miliardi di € di obbligazioni societarie a rendimento negativo: in Europa, oltre un quarto dei bond societari Investment Grade (sicuri) ha rendimenti negativi. Anche qui il fatto può essere interpretato come un’assicurazione da pagare per detenere i propri soldi presso società
super sicure dal punto di vista del bilancio. Chi accetta di farlo e decide di pagare ogni anno, quindi di avere indietro meno soldi di quelli prestati, deve per forza di cose essere convinto che a breve avverrà un enorme cataclisma finanziario a livello globale.
Ma se ci si aspetta una crisi di tale portata, come si può pensare che i soldi depositati presso le casse di una società, pur solida che sia, siano al sicuro? Questo è il secondo interrogativo.
- Arriviamo poi alla parte più incredibile: ci sono oggi in circolazione anche Miliardi di € di obbligazioni High Yield (ad alto rischio o “junk bond”) che offrono rendimento negativo.
E qui l’ossimoro è ancora più evidente: perché mai un investitore dovrebbe “depositare” i propri soldi nelle casse di una società considerata non sicura, a rischio default, e ricevere indietro meno soldi di quanti prestati? Qui dov’è la protezione da pagare? Questo è il terzo ed ultimo interrogativo.
La risposta ai vari interrogativi è che oggi i rendimenti del mercato obbligazionario sono completamente distorti dall’agire delle banche centrali (il continuo abbassare i tassi) e che i mercati sono “drogati” dalla continua immissione di liquidità. Quindi se si guarda il mercato obbligazionario come ciò che è in realtà, come abbiamo ipotizzato noi ora, ovvero come un mercato dei prestiti dove chi presta deve ricevere un interesse, non è più possibile trarre conclusioni corrette. Basti pensare che nei paesi scandinavi iniziano ad esserci banche che offrono mutui sulle case ad interessi negativi.
Com’è possibile? Semplice: se una banca per depositare la propria liquidità in eccesso presso l’organismo centrale europeo riceve - 0,5% all’anno, preferisce prestare la liquidità in eccesso applicando tassi negativi sui mutui, ad esempio –-0,1%. Così facendo ci perde meno, in questo caso risparmia 0,4% ogni anno. E quando si parla di centinaia di Miliardi 0,4% fa la differenza.
- Tutto questo fa pensare anche ai conti deposito:
Perché è pericoloso oggi tenere soldi sulle banche che offrono rendimento su somme vincolate sui conti correnti o conti deposito?
Come dicevamo oggi ogni banca è obbligata a depositare la liquidità presso la banca centrale ricevendo rendimento negativo (oggi -0,5% ogni anno). I conti correnti e conti deposito fanno parte di questa liquidità. Se una banca oggi fa campagne promozionali per attrarre capitali offrendo tassi sul conto deposito ai risparmiatori, avrà più soldi da depositare presso la banca centrale e oltre al tasso promesso (ad esempio 1,5%) dovrà pagare anche 0,5%. Quindi le banche che offrono rendimenti su conti deposito oggi hanno un disperato bisogno di liquidità per sistemare i propri bilanci e sono fortemente esposte a rischi di fallimento. Il tasso offerto altro non è che Rischio Banca: più è alto il tasso più è alto il rischio di fallimento o comunque difficoltà economica della banca.
Tornando alle obbligazioni, i mezzi d’informazione che cercano di far passare il messaggio che chi acquista obbligazioni perde soldi, generano solo disinformazione e siamo al limite della Fake News. Non si può parlare di finanza omettendo una parte importante. Non è proprio così, infatti: perché nelle obbligazioni non esiste solo il rendimento, ma esiste anche il Corso.
E se lo strumento obbligazionario continua ad avere un peso preponderante nei portafogli d’investimento di risparmiatori e banche (in Italia anche 70% obbligazioni e 30% azioni) un motivo ci deve essere.
Il rendimento e il corso e funzionano in modo inversamente proporzionale: ovvero quando il rendimento scende, il corso sale e quando il rendimento sale, il corso scende..
Un esempio: compro un Bund tedesco che ha rendimento negativo oggi -0,59% e viene acquistato a corso 102. Se detenuto fino a scadenza (10 anni) otterrò chiaramente un rendimento negativo causato da -0,59% ogni anno e da 102 che a scadenza scenderà a 100 (ulteriore -2%).
Ma il bund viene acquistato perché è considerato un bene rifugio, e se le cose dovessero mettersi male sul lato azionario e nell’economia, tutti correrebbero ad acquistare altri Bund facendo salire il corso, magari da 102 a 106. E quello sarà il momento di vendere il Bund avendo generato un rendimento del 4%.
Stessa cosa accade se la BCE decide di tagliare ulteriormente i tassi: il rendimento del Bund potrà scendere da -0,59% a -1% (semplificando) e il corso salirà, quindi chi detiene un Bund acquistato a 102 avrà la possibilità di venderlo ad un prezzo più alto facendo profitto.
E’ questo ciò che fa un gestore obbligazionario. non considera solo il rendimento delle obbligazioni ma anche i movimenti del corso e la possibilità di vendere l’obbligazione prima della scadenza per generare guadagno. Ed è questa la motivazione per la quale le obbligazioni continuano ad essere acquistate pur avendo rendimenti negativi. Tutto questo si chiama Gestione Attiva e viene fatta nei fondi d’investimento. Non va inoltre dimenticato che oggi abbiamo anche obbligazioni che hanno un profilo rischio/rendimento ancora adeguato, come le obbligazioni emergenti, i bond bancari, i covered bond e altre tipologie.
Concludendo, oggi non è una scelta saggia tenere soldi fermi sui conti correnti pensando che le obbligazioni sicure non esistano più e che non ci sia più possibilità di ottenere del rendimento. E’ vero, è più difficile di qualche anno fa ottenere rendimenti, ma il conto corrente non è un’alternativa. Se con un investimento ci può essere il rischio da qui ad un anno di ottenere un rendimento negativo, con il conto corrente c’è la certezza di perdere del denaro e potere d’acquisto, come spiegato in questo articolo del Corriere Della Sera di settembre che ha suscitato tanto interesse.
Tutto ciò è spiegato più nel dettaglio in un questo articolo che ho scritto qualche anno fa, parlando dell’inflazione.
E’ nostro preciso dovere come consulenti finanziari proteggere il potere d’acquisto dei nostri clienti e offrire soluzioni che possano perlomeno mantenere intatto anno dopo anno il valore del denaro di ognuno. E’ importante per il risparmiatore far rivalutare il proprio patrimonio anno dopo anno, almeno di quanto necessario a potersi garantire il potere di acquisto per il proprio futuro o per quello dei figli o nipoti. E lo si può fare tramite un portafoglio d’investimento ben studiato sulla base dei propri obiettivi, contenente azionario per il lungo periodo, e obbligazionario a gestione attiva, che rimane sempre valido per gestire il mantenimento del potere di acquisto anno su anno.
Mattia Cavattoni
Quando acquisto un’obbligazione sto in sostanza prestando dei soldi ad uno Stato o ad una società. La logica vuole che chi presta del denaro si aspetta di ricevere un interesse (rendimento) proporzionato alla rischiosità del prestito: se presto soldi ad un debitore che ha sempre rimborsato e che ha buon merito creditizio, chiederò un interesse più basso, mentre se presto soldi ad una società o un Paese a più alto rischio d’insolvenza, il mio premio dovrà essere più alto.
La continua immissione di denaro da parte delle banche centrali con il Quantitative Easing (QE) ha stravolto questo meccanismo: la liquidità nel sistema è talmente elevata che le stesse banche, obbligate e depositare presso una banca sovranazionale europea la liquidità per motivi di sicurezza dei clienti correntisti, ricevono ogni anno un rendimento negativo del – 0,5% per questo deposito.
E già questo è un controsenso: le banche che hanno più soldi, quelle che stanno meglio a livello di bilancio, avranno più soldi da depositare presso la BCE e quindi perderanno più soldi ogni anno. * Va detto in questo caso che una delle prossime mosse della BCE per rilanciare l’economia sarà il Tiering, ovvero portare da -0,5% a 0% il tasso sui depositi delle banche, che non perderanno più soldi. Si stima un guadagno (mancata perdita) delle banche europee per 4 Miliardi di € e di questo ne trarranno sicuramente beneficio gli indici azionari con più banche all’interno, come il nostro FTSE MIB italiano.
Tornando a noi, oltre che sui depositi delle banche, il QE infinito ha creato grossi paradossi anche sul mercato dello obbligazioni: oggi al mondo sono in circolazione 15 mila Miliardi di € di obbligazioni a rendimento negativo.
Stando a quanto detto prima, non è logico prestare soldi (comprare obbligazioni) ricevendo in cambio meno soldi di quelli prestati.
La domanda è: ma perché un investitore dovrebbe comprarle? La risposta non è così semplice e scontata e bisogna andare più in profondità rispetto ai titoli di giornale e ai TG.
- Il caso del Bund (Tiolo di Stato tedesco a scadenza 10 anni) è emblematico: oggi un Bund rende -0,59% all’anno. Come può avere un rendimento negativo? Ciò può significare che c’è talmente tanto rischio a livello sistemico (cosa oggi non vera) che chi ha soldi ha così tanto timore del fallimento della propria banca che preferisce depositarli presso le casse dello stato più sicuro d’Europa per 10 anni, la Germania, pagando una sorta di assicurazione o deposito che costa -0,59% all’anno.
In questo modo, le emissioni di Bond aumentano, perché paradossalmente più debito pubblico (titoli di Stato) emette la Germania, più il suo debito pubblico diminuisce (perché alla fine dei 10 anni del prestito il Paese ha ricevuto soldi invece di pagare interessi)..
Un altro paradosso è però che il titolo decennale degli Stati Uniti, Paese che sta battendo tutti i record di occupazione, PIL, consumi e investimenti, quindi un’economia ancora in forte crescita, renda l’1,70% circa annui. La domanda che ci si fa è: ma perché quindi, un paese più sicuro, paga di più interessi di un paese come la Germania che pur essendo forse il più sicuro in Eurozona sta andando pian piano verso la recessione? Questo è il primo grande interrogativo.
Oltre la Germania anche i titoli di Stato anni di Austria, Francia, Germania, Svezia, Paesi Bassi, Svizzera e Giappone hanno tutti rendimenti negativi. Se si scende di duration (scadenze a 5, 2, 1 anno) chiaramente il rischio del prestito sarà più basso e i rendimenti saranno ancora più negativi.
- Non solo Titoli di Stato. Ci sono anche miliardi di € di obbligazioni societarie a rendimento negativo: in Europa, oltre un quarto dei bond societari Investment Grade (sicuri) ha rendimenti negativi. Anche qui il fatto può essere interpretato come un’assicurazione da pagare per detenere i propri soldi presso società
super sicure dal punto di vista del bilancio. Chi accetta di farlo e decide di pagare ogni anno, quindi di avere indietro meno soldi di quelli prestati, deve per forza di cose essere convinto che a breve avverrà un enorme cataclisma finanziario a livello globale.
Ma se ci si aspetta una crisi di tale portata, come si può pensare che i soldi depositati presso le casse di una società, pur solida che sia, siano al sicuro? Questo è il secondo interrogativo.
- Arriviamo poi alla parte più incredibile: ci sono oggi in circolazione anche Miliardi di € di obbligazioni High Yield (ad alto rischio o “junk bond”) che offrono rendimento negativo.
E qui l’ossimoro è ancora più evidente: perché mai un investitore dovrebbe “depositare” i propri soldi nelle casse di una società considerata non sicura, a rischio default, e ricevere indietro meno soldi di quanti prestati? Qui dov’è la protezione da pagare? Questo è il terzo ed ultimo interrogativo.
La risposta ai vari interrogativi è che oggi i rendimenti del mercato obbligazionario sono completamente distorti dall’agire delle banche centrali (il continuo abbassare i tassi) e che i mercati sono “drogati” dalla continua immissione di liquidità. Quindi se si guarda il mercato obbligazionario come ciò che è in realtà, come abbiamo ipotizzato noi ora, ovvero come un mercato dei prestiti dove chi presta deve ricevere un interesse, non è più possibile trarre conclusioni corrette. Basti pensare che nei paesi scandinavi iniziano ad esserci banche che offrono mutui sulle case ad interessi negativi.
Com’è possibile? Semplice: se una banca per depositare la propria liquidità in eccesso presso l’organismo centrale europeo riceve - 0,5% all’anno, preferisce prestare la liquidità in eccesso applicando tassi negativi sui mutui, ad esempio –-0,1%. Così facendo ci perde meno, in questo caso risparmia 0,4% ogni anno. E quando si parla di centinaia di Miliardi 0,4% fa la differenza.
- Tutto questo fa pensare anche ai conti deposito:
Perché è pericoloso oggi tenere soldi sulle banche che offrono rendimento su somme vincolate sui conti correnti o conti deposito?
Come dicevamo oggi ogni banca è obbligata a depositare la liquidità presso la banca centrale ricevendo rendimento negativo (oggi -0,5% ogni anno). I conti correnti e conti deposito fanno parte di questa liquidità. Se una banca oggi fa campagne promozionali per attrarre capitali offrendo tassi sul conto deposito ai risparmiatori, avrà più soldi da depositare presso la banca centrale e oltre al tasso promesso (ad esempio 1,5%) dovrà pagare anche 0,5%. Quindi le banche che offrono rendimenti su conti deposito oggi hanno un disperato bisogno di liquidità per sistemare i propri bilanci e sono fortemente esposte a rischi di fallimento. Il tasso offerto altro non è che Rischio Banca: più è alto il tasso più è alto il rischio di fallimento o comunque difficoltà economica della banca.
Tornando alle obbligazioni, i mezzi d’informazione che cercano di far passare il messaggio che chi acquista obbligazioni perde soldi, generano solo disinformazione e siamo al limite della Fake News. Non si può parlare di finanza omettendo una parte importante. Non è proprio così, infatti: perché nelle obbligazioni non esiste solo il rendimento, ma esiste anche il Corso.
E se lo strumento obbligazionario continua ad avere un peso preponderante nei portafogli d’investimento di risparmiatori e banche (in Italia anche 70% obbligazioni e 30% azioni) un motivo ci deve essere.
Il rendimento e il corso e funzionano in modo inversamente proporzionale: ovvero quando il rendimento scende, il corso sale e quando il rendimento sale, il corso scende..
Un esempio: compro un Bund tedesco che ha rendimento negativo oggi -0,59% e viene acquistato a corso 102. Se detenuto fino a scadenza (10 anni) otterrò chiaramente un rendimento negativo causato da -0,59% ogni anno e da 102 che a scadenza scenderà a 100 (ulteriore -2%).
Ma il bund viene acquistato perché è considerato un bene rifugio, e se le cose dovessero mettersi male sul lato azionario e nell’economia, tutti correrebbero ad acquistare altri Bund facendo salire il corso, magari da 102 a 106. E quello sarà il momento di vendere il Bund avendo generato un rendimento del 4%.
Stessa cosa accade se la BCE decide di tagliare ulteriormente i tassi: il rendimento del Bund potrà scendere da -0,59% a -1% (semplificando) e il corso salirà, quindi chi detiene un Bund acquistato a 102 avrà la possibilità di venderlo ad un prezzo più alto facendo profitto.
E’ questo ciò che fa un gestore obbligazionario. non considera solo il rendimento delle obbligazioni ma anche i movimenti del corso e la possibilità di vendere l’obbligazione prima della scadenza per generare guadagno. Ed è questa la motivazione per la quale le obbligazioni continuano ad essere acquistate pur avendo rendimenti negativi. Tutto questo si chiama Gestione Attiva e viene fatta nei fondi d’investimento. Non va inoltre dimenticato che oggi abbiamo anche obbligazioni che hanno un profilo rischio/rendimento ancora adeguato, come le obbligazioni emergenti, i bond bancari, i covered bond e altre tipologie.
Concludendo, oggi non è una scelta saggia tenere soldi fermi sui conti correnti pensando che le obbligazioni sicure non esistano più e che non ci sia più possibilità di ottenere del rendimento. E’ vero, è più difficile di qualche anno fa ottenere rendimenti, ma il conto corrente non è un’alternativa. Se con un investimento ci può essere il rischio da qui ad un anno di ottenere un rendimento negativo, con il conto corrente c’è la certezza di perdere del denaro e potere d’acquisto, come spiegato in questo articolo del Corriere Della Sera di settembre che ha suscitato tanto interesse.
Tutto ciò è spiegato più nel dettaglio in un questo articolo che ho scritto qualche anno fa, parlando dell’inflazione.
E’ nostro preciso dovere come consulenti finanziari proteggere il potere d’acquisto dei nostri clienti e offrire soluzioni che possano perlomeno mantenere intatto anno dopo anno il valore del denaro di ognuno. E’ importante per il risparmiatore far rivalutare il proprio patrimonio anno dopo anno, almeno di quanto necessario a potersi garantire il potere di acquisto per il proprio futuro o per quello dei figli o nipoti. E lo si può fare tramite un portafoglio d’investimento ben studiato sulla base dei propri obiettivi, contenente azionario per il lungo periodo, e obbligazionario a gestione attiva, che rimane sempre valido per gestire il mantenimento del potere di acquisto anno su anno.
Mattia Cavattoni