- Aggiornamento Giugno 2021 e prospettive
Analizziamo più nel dettaglio i temi che hanno caratterizzato i mercati dalla seconda metà di Febbraio in poi
1) Dall’ultimo aggiornamento:
A metà Febbraio i dati provenienti dall’economia americana ed europea iniziano ad uscire più positivi del previsto, segno che la vaccinazione e le riaperture graduali stanno dando i loro frutti, generando una ripartenza anche economica importante. Mentre lo scorso anno i mercati sono cresciuti sulle aspettative di ripartenza, ora che la ripartenza è realmente in atto i rendimenti dei titoli di stato USA ed EU iniziano giustamente a risalire, come avviene ogni qualvolta ci si trova in un periodo di espansione economica.
Aumento del rendimento non è una cosa positiva, perché se aumenta il rendimento di un titolo di Stato significa che il titolo stesso perde valore (il prezzo si abbassa, e se ce l’ho in mano incasso una perdita)
Il rendimento del decennale americano è quello che si è mosso di più, con un movimento violento e improvviso è quasi raddoppiato, passando dallo 0,8% circa di inizio anno ad un picco massimo di 1,7% (+ 80% circa).
I mercati azionari – principalmente i titoli tecnologici - e le obbligazioni a scadenza più lunga (ad esempio i titoli di Stato decennali Americani) sono stati colti di sorpresa da questo aumento improvviso dei tassi e hanno perso valore in modo repentino per un periodo di tre settimane.
Ci troviamo ancora ad un livello storicamente basso di tassi, tranquillamente sopportabile dai mercati, quindi ciò che ha spaventato i mercati non è stato il livello di tassi raggiunto, bensì la velocità nel rialzo.
I tassi si sono poi stabilizzati ad un livello più basso, permettendo il recupero parziale dei mercati azionari e delle obbligazioni.
2) Differente andamento dei settori:
Anche nella prima parte del 2021 le dinamiche settoriali dei vari mercati hanno dominato.
Causa aumento rendimenti dei Titoli di Stato, hanno subito il peggior calo i titoli azionari tecnologici, che molto bene avevano fatto lo scorso anno, perché appunto più sensibili agli aumenti di tassi.
Hanno invece beneficiato del rialzo tassi alcuni Paesi e settori che storicamente sono depressi. Hanno fatto bene banche e finanziari perché sono settori che guadagnano di più col rialzo tassi (e di conseguenza indice italiano), Europa di tipo Value (non tech, ma consumi reali e servizi), e materie prime che hanno beneficiato del rialzo dell’inflazione.
Hanno fatto molto male i titoli di Stato a lunga scadenza, che normalmente fungono da protezione all’interno dei portafogli d’investimento, ma che questa volta hanno subito sempre a causa del rialzo dei tassi.
3) I rendimenti (o tassi)
Sono sopportabili dai mercati azionari americani fino a circa il livello del 2,5% sul decennale titolo di Stato USA.
Il 2,5% è livello al quale poi pareggiano con il Dividendo staccato dell’indice azionario S&P 500, che è appunto intorno al 2,5%, e logicamente se questo dovesse accadere tanti investitori si sposterebbero sull’obbligazionario, meno rischioso, per prendere lo stesso dividendo o cedola, causando deflussi e cali sull’azionario. Ora ci troviamo a 1,491%, quindi ben lontano dalla soglia critica e i mercati azionari continuano a rimanere molto appetibili.
4) L’aumento dell’inflazione:
Dopo un decennio in cui le banche centrali hanno iniettato il mercato con quantità elevatissime di denaro per aumentare l’inflazione e portarla al livello “sano” del 2%, senza riuscirci, c’è voluta una pandemia per far ripartire l’inflazione.
Infatti, proprio quando le banche centrali si stavano preparando a rallentare le iniezioni di denaro nel sistema, si sono trovate di fronte alla pandemia, a mercati azionari e obbligazionari al collasso a Marzo 2020 e sono state costrette ad incrementare in modo massiccio l’iniezione monetaria, anziché drenarla.
Come anticipavamo in uno dei precedenti aggiornamenti, questo non poteva far altro che generare inflazione: se si continua a creare denaro, quello già in circolazione perde valore di acquisto.
Il mese scorso, infatti, c’è stato l’atteso aumento di inflazione mese su mese più alto dal 1982, ovvero +0,9% (CPI USA).
L’aumento dell’inflazione ha accompagnato di pari passo l’aumento di prezzo delle materie prime, alcune delle quali (minerari, rame, palladio, resine e legname) hanno toccato i massimi dal 2011. Per chi ne ha in portafoglio, è stato un ottimo trend da cavalcare.
L’inflazione a questi livelli è ancora bassa e sana ed è ciò che volevano le banche centrali: vicino al target del 2% e con tassi che tutto sommato si mantengono bassi.
Quante case si producevano lo scorso anno e quante invece oggi con 50.000$ di Legname
Picchi massimi
Picchi massimi rialzo materie prime
1) Cina e Asia
Questi due mercati che hanno fatto molto bene lo scorso anno, un po’ come accaduto con gli altri, si sono presi una “pausa di riflessione”.
Cina a partire da Febbraio è scesa su alcuni titoli anche del 20%, non per dati negativi ma perché semplicemente il mercato è stato rallentato volutamente dal Governo.
Parlo di “pausa di riflessione” appunto perché il presidente Xi Jinping ha consigliato agli investitori di smettere di comprare azioni cinesi in modo forsennato, perché l’economia è solida ma vuole evitare la formazione di una bolla finanziaria. Vuole che l’economia vada di pari passo con i mercati, evitando che questi ultimi si surriscaldino esageratamente e che il credito sfugga fuori controllo. Altri motivi sono la volontà del presidente di limitare la concentrazione del potere nelle mani di poche Big (Alibaba e Tencent in Primis), fatto che ovviamente va contro l’idea di base di un sistema comunista in cui i mezzi di produzione e i dati (cioè il petrolio del 2021) e il credito dovrebbero restare il più possibile nelle mani dello Stato.
Voci di alcuni analisti giustificano questa uscita scomoda del presidente cinese anche con il fatto di voler arrivare al 1 Luglio al centenario della fondazione del Partito Comunista con un’economia in forma e non in bolla, senza eccessi.
Si è visto però che quando i mercati accennano a scendere troppo la Cina e Taiwan fanno intervenire un gruppo di compratori istituzionali (il National Team) legati allo Stato e lo fanno rimbalzare, come è avvenuto su Taiwan settimana scorsa (+5% in un giorno) e in Cina circa due settimane fa (+4%).
Con dati eccellenti, economia in forte crescita, mercato sano e mantenuto stabile dal paracadute dei national team, questa correzione della Cina può significare solamente una buona occasione per entrare o incrementare l’esposizione.
La Cina, infine, sempre in vista dell’importante data del 1 Luglio sta permettendo alla propria valuta Yuan (Renmimbi) di apprezzarsi e si trova in questo momento ai massimi degli ultimi 3 anni contro Dollaro.
2) Lo shortage dei Microchip
Un fatto singolare di quest’anno è la grande difficoltà di produzione dei microchip, che è lenta e non regge la forte domanda derivante dal comparto delle auto elettriche.
Non a causa della carenza di silicio (la base dei semiconduttori) ma a causa della lentezza della produzione e dalla complessità.
Ecco un articolo Bloomberg in cui viene spiegato perchè non possiamo semplicemente produrne di più:
https://www.bloomberg.com/graphics/2021-chip-production-why-hard-to-make-semiconductors/?srnd=premium-europe
Il problema non è banale, basti pensare che proprio in questo momento di massima spinta sugli incentivi statali per acquisto di auto Ibride ed elettriche, Stellantis (la nuova Fiat – Renault) si è trovata a bloccare la produzione di 190.000 auto già richieste dai clienti a causa dello shortage di Chip.
C’è anche questo alla base della fiammata dell’inflazione, nella quale una delle voci principali è proprio l’aumento di costo delle auto usate, a causa della sempre maggior difficoltà a trovare auto nuove con disponibilità immediata.
Prospettive
Come anticipato, i mercati azionari si mantengono molto appetibili rispetto alle obbligazioni.
Le azioni hanno perso un po’ di slancio rispetto al 2020, ma la tendenza a cui stiamo assistendo è quella di continuare a salire, senza eccessi.
I mercati alternano settimane molto positive a settimane di storno ed è per questo che Maggio è stato un mese abbastanza volatile e poco produttivo, con un mercato laterale.
Ciò che stiamo vedendo comunque è che la tendenza rialzista del mercato sta superando quella ribassista, perché come per la Cina, anche per gli Stati Uniti i mercati sono sostenuti da importanti “paracadute”: se in Cina vi sono i National Team di investitori, in America troviamo i Buyback, ovvero importanti società soprattutto sul Nasdaq (I vari Amazon, Apple, Google etc) che sono pronte a comprare grandi quantità di proprie azioni approfittando di ogni minimo calo dei mercati.
Il più importante paracadute per i mercati USA ed Europa, comunque, rimangono sempre le banche centrali, che sono sempre più decise a confermare la loro politica monetaria espansiva: nonostante i tassi siano saliti e saliranno ancora, nonostante l’economia sia in forte ripresa, BCE e FED sono ostinatamente ferme sulle loro posizioni di continuare l’iniezione di mercato nelle economie.
Ciò piace decisamente ai mercati, che sovraperformano rispetto alle obbligazioni quando la mole di liquidità in circolazione aumenta.
C’è chi sostiene che le banche centrali, nonostante le dichiarazioni, saranno presto obbligate a diminuire i propri acquisti, e che ciò avverrà a partire dal terzo trimestre 2021. Le banche centrali stesse, invece, fermano queste voci etichettandole come “non fondate e pura speculazione”.
Vedremo il prossimo 16 Giugno nella riunione della FED se si farà riferimento ad un allentamento delle politiche monetarie, sicuramente in prossimità di questo meeting i mercati si manterranno volatili.
Ci troviamo effettivamente nella situazione desiderata dalle banche centrali: inflazione vicino al target e tassi bassi.
Se c’è una cosa che abbiamo imparato in questi ultimi anni è che il detto “Don’t Fight The Fed” ha sempre premiato sui mercati, ovvero mai andare contro le banche centrali, che sono i veri market maker di oggi.
Mantenere dunque una buona esposizione al mercato azionario, più alta rispetto agli scorsi anni (almeno 35-40% di azioni in portafoglio), inserendo meno tecnologia USA e più Europa ed Italia, è importante in questo momento. Cina ed Asia sempre presenti.
Per la parte cauta del portafoglio invece abbiamo eliminato tutte le obbligazioni con scadenza più lunga e i Titoli di Stato che possono subire perdite in caso di nuovo aumento tassi, sostituendole con soluzioni a brevissimo termine, flessibili e alternative.
Tema Green
Importante spendere due parole anche sul tema Green e Clean Energy.
E’ un settore molto vasto in cui troviamo fonti di energia alternativa – Eolico, fotovoltaico, idrogeno, rinnovabili – ma anche tutto il mondo legato alle Smart City – smaltimento rifiuti intelligente, acqua, legname, depurazione – e tutto il mondo legato alle auto e mobilità elettrica – centraline e batterie.
Tra l’estate 2020 e Gennaio 2021 questo tema sui mercati è stato il migliore e ha contribuito alla performance dei nostri investimenti, considerate anche tutte le notizie che arrivavano dalla nuova amministrazione Biden e dalle banche centrali che avevano destinato gran parte dei finanziamenti a fondo perduto (Centinaia di Miliardi) Recovery Fund e Next Generation Europe proprio allo sviluppo di queste tematiche.
Come sempre accade sui mercati quando qualcosa cresce in modo esponenziale, normalmente segue ad un certo punto un periodo di ritracciamento di forza e velocità simile a quella della salita. Dopo il ritracciamento, se il tema è comunque valido e non solo speculativo, il trend riprende nella direzione iniziale, ovvero al rialzo.
Porto uno dei tanti esempi che è rappresentato dall’ ETF Clean Energy che contiene il 30% di investimento sull’Idrogeno:
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Questi due mercati che hanno fatto molto bene lo scorso anno, un po’ come accaduto con gli altri, si sono presi una “pausa di riflessione”.
Cina a partire da Febbraio è scesa su alcuni titoli anche del 20%, non per dati negativi ma perché semplicemente il mercato è stato rallentato volutamente dal Governo.
Parlo di “pausa di riflessione” appunto perché il presidente Xi Jinping ha consigliato agli investitori di smettere di comprare azioni cinesi in modo forsennato, perché l’economia è solida ma vuole evitare la formazione di una bolla finanziaria. Vuole che l’economia vada di pari passo con i mercati, evitando che questi ultimi si surriscaldino esageratamente e che il credito sfugga fuori controllo. Altri motivi sono la volontà del presidente di limitare la concentrazione del potere nelle mani di poche Big (Alibaba e Tencent in Primis), fatto che ovviamente va contro l’idea di base di un sistema comunista in cui i mezzi di produzione e i dati (cioè il petrolio del 2021) e il credito dovrebbero restare il più possibile nelle mani dello Stato.
Voci di alcuni analisti giustificano questa uscita scomoda del presidente cinese anche con il fatto di voler arrivare al 1 Luglio al centenario della fondazione del Partito Comunista con un’economia in forma e non in bolla, senza eccessi.
Si è visto però che quando i mercati accennano a scendere troppo la Cina e Taiwan fanno intervenire un gruppo di compratori istituzionali (il National Team) legati allo Stato e lo fanno rimbalzare, come è avvenuto su Taiwan settimana scorsa (+5% in un giorno) e in Cina circa due settimane fa (+4%).
Con dati eccellenti, economia in forte crescita, mercato sano e mantenuto stabile dal paracadute dei national team, questa correzione della Cina può significare solamente una buona occasione per entrare o incrementare l’esposizione.
La Cina, infine, sempre in vista dell’importante data del 1 Luglio sta permettendo alla propria valuta Yuan (Renmimbi) di apprezzarsi e si trova in questo momento ai massimi degli ultimi 3 anni contro Dollaro.
2) Lo shortage dei Microchip
Un fatto singolare di quest’anno è la grande difficoltà di produzione dei microchip, che è lenta e non regge la forte domanda derivante dal comparto delle auto elettriche.
Non a causa della carenza di silicio (la base dei semiconduttori) ma a causa della lentezza della produzione e dalla complessità.
Ecco un articolo Bloomberg in cui viene spiegato perchè non possiamo semplicemente produrne di più:
https://www.bloomberg.com/graphics/2021-chip-production-why-hard-to-make-semiconductors/?srnd=premium-europe
Il problema non è banale, basti pensare che proprio in questo momento di massima spinta sugli incentivi statali per acquisto di auto Ibride ed elettriche, Stellantis (la nuova Fiat – Renault) si è trovata a bloccare la produzione di 190.000 auto già richieste dai clienti a causa dello shortage di Chip.
C’è anche questo alla base della fiammata dell’inflazione, nella quale una delle voci principali è proprio l’aumento di costo delle auto usate, a causa della sempre maggior difficoltà a trovare auto nuove con disponibilità immediata.
Prospettive
Come anticipato, i mercati azionari si mantengono molto appetibili rispetto alle obbligazioni.
Le azioni hanno perso un po’ di slancio rispetto al 2020, ma la tendenza a cui stiamo assistendo è quella di continuare a salire, senza eccessi.
I mercati alternano settimane molto positive a settimane di storno ed è per questo che Maggio è stato un mese abbastanza volatile e poco produttivo, con un mercato laterale.
Ciò che stiamo vedendo comunque è che la tendenza rialzista del mercato sta superando quella ribassista, perché come per la Cina, anche per gli Stati Uniti i mercati sono sostenuti da importanti “paracadute”: se in Cina vi sono i National Team di investitori, in America troviamo i Buyback, ovvero importanti società soprattutto sul Nasdaq (I vari Amazon, Apple, Google etc) che sono pronte a comprare grandi quantità di proprie azioni approfittando di ogni minimo calo dei mercati.
Il più importante paracadute per i mercati USA ed Europa, comunque, rimangono sempre le banche centrali, che sono sempre più decise a confermare la loro politica monetaria espansiva: nonostante i tassi siano saliti e saliranno ancora, nonostante l’economia sia in forte ripresa, BCE e FED sono ostinatamente ferme sulle loro posizioni di continuare l’iniezione di mercato nelle economie.
Ciò piace decisamente ai mercati, che sovraperformano rispetto alle obbligazioni quando la mole di liquidità in circolazione aumenta.
C’è chi sostiene che le banche centrali, nonostante le dichiarazioni, saranno presto obbligate a diminuire i propri acquisti, e che ciò avverrà a partire dal terzo trimestre 2021. Le banche centrali stesse, invece, fermano queste voci etichettandole come “non fondate e pura speculazione”.
Vedremo il prossimo 16 Giugno nella riunione della FED se si farà riferimento ad un allentamento delle politiche monetarie, sicuramente in prossimità di questo meeting i mercati si manterranno volatili.
Ci troviamo effettivamente nella situazione desiderata dalle banche centrali: inflazione vicino al target e tassi bassi.
Se c’è una cosa che abbiamo imparato in questi ultimi anni è che il detto “Don’t Fight The Fed” ha sempre premiato sui mercati, ovvero mai andare contro le banche centrali, che sono i veri market maker di oggi.
Mantenere dunque una buona esposizione al mercato azionario, più alta rispetto agli scorsi anni (almeno 35-40% di azioni in portafoglio), inserendo meno tecnologia USA e più Europa ed Italia, è importante in questo momento. Cina ed Asia sempre presenti.
Per la parte cauta del portafoglio invece abbiamo eliminato tutte le obbligazioni con scadenza più lunga e i Titoli di Stato che possono subire perdite in caso di nuovo aumento tassi, sostituendole con soluzioni a brevissimo termine, flessibili e alternative.
Tema Green
Importante spendere due parole anche sul tema Green e Clean Energy.
E’ un settore molto vasto in cui troviamo fonti di energia alternativa – Eolico, fotovoltaico, idrogeno, rinnovabili – ma anche tutto il mondo legato alle Smart City – smaltimento rifiuti intelligente, acqua, legname, depurazione – e tutto il mondo legato alle auto e mobilità elettrica – centraline e batterie.
Tra l’estate 2020 e Gennaio 2021 questo tema sui mercati è stato il migliore e ha contribuito alla performance dei nostri investimenti, considerate anche tutte le notizie che arrivavano dalla nuova amministrazione Biden e dalle banche centrali che avevano destinato gran parte dei finanziamenti a fondo perduto (Centinaia di Miliardi) Recovery Fund e Next Generation Europe proprio allo sviluppo di queste tematiche.
Come sempre accade sui mercati quando qualcosa cresce in modo esponenziale, normalmente segue ad un certo punto un periodo di ritracciamento di forza e velocità simile a quella della salita. Dopo il ritracciamento, se il tema è comunque valido e non solo speculativo, il trend riprende nella direzione iniziale, ovvero al rialzo.
Porto uno dei tanti esempi che è rappresentato dall’ ETF Clean Energy che contiene il 30% di investimento sull’Idrogeno:
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E’ un tema su cui gestori, banche, governi e investitori istituzionali continuano a puntare tantissimo, quindi molto interessante soprattutto dopo il recente storno, che non è avvenuto solo su questo ETF portato come esempio ma anche su molti altri comparti simili.