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Mattia Cavattoni
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Un anno di presidenza: l'effetto Trump sui mercati

trump usa performance mercati dopo un anno

Esattamente un anno e un giorno fa, il 20 gennaio 2017, Donald Trump diventava ufficialmente Presidente degli Stati Uniti, giurando davanti all’America e al mondo intero.
L’inizio del declino, molti sostenevano. La fine di un ciclo positivo di mercato. Con un mercato azionario cresciuto tantissimo negli ultimi anni e valutazioni azionarie più che elevate in tutte le borse mondiali ma soprattutto negli Stati Uniti, si pensava che l’inattesa elezione del nuovo eccentrico presidente americano potesse tramutarsi in una catastrofe per i mercati finanziari (e non solo) generando un crollo delle quotazioni, già preannunciato dai forti segnali ribassisti provocati dallo stop dei mercati cinesi ad Agosto 2015 e da Brexit a Giugno 2016.

Ancora una volta le previsioni della maggioranza si sono rivelate più che errate. Nonostante ciò va detto che alcuni gestori, tra cui il colosso BlackRock ed M&G avevano previsto un 2017 ancora positivo per i mercati mondiali.

Cerchiamo di analizzare in modo chiaro e neutrale come si sono comportate le borse mondiali prendendo come punto di partenza il 2016, passando per eventi politici tumultuosi come Brexit, l’elezione di Trump e un 2017 ricchissimo di eventi politici potenzialmente destabilizzanti in tutta l’Eurozona.

24 Giugno 2016: Brexit

”Venerdì nero in borsa, in fumo 411 Miliardi dopo Brexit. Per Milano la peggiore seduta di sempre.”
“Europa brucia 1 Miliardo al minuto”
“Ftse All Share perde 46,6 Miliardi"
crollo borse mondiali brexit 2016
(Fonte: Il Sole 24 Ore)

Così esordiva il Sole 24 Ore il giorno successivo al referendum Brexit, con il quale la Gran Bretagna decideva di uscire definitivamente dall’Europa economica.
Quel giorno ci furono ingenti perdite in tutti i mercati azionari europei e americani. Il timore peggiore derivava dalle forti spinte populiste presenti nei maggiori paesi europei, che avrebbero potuto portare a nuovi referendum di uscita dall’Europa, disintegrando l’unità politica ed economica del vecchio continente decretando anche la fine dell’Euro.

Novembre 2016: Elezione di Trump - Gennaio 2017: Insediamento di Trump

Lasciandoci alle spalle le polemiche, le paure, il Russia Gate, i giudizi politici, la battaglia a parole fra Trump e il dittatore della Nord Corea e le previsioni deleterie per la finanza mondiale che vennero formulate in quel periodo, analizziamo con il supporto dei grafici come in realtà l’elezione e le promesse (ad esempio la riforma fiscale) del nuovo presidente americano hanno contribuito più che positivamente alla crescita di tutti i mercati mondiali, aprendo la strada ad un 2017 eccezionale dal punto di vista finanziario.

Da Gennaio 2017:
  • S&P 500 (USA):  + 24% 
  • Nasdaq Composite (USA):  +31%
  • Dow Jones (USA):  +32%

Di seguito un’immagine rappresentativa dell'indice S&P 500 americano. Si nota come la cavalcata sia iniziata proprio dalla settimana dell’elezione di Trump (stessa cosa vale osservando gli indici Dow Jones e Nasdaq).
S&P 500 performance da elezione Trump
E in Europa?

Osserviamo il calendario degli eventi politici avvenuti in Europa lo scorso anno. Gli eventi evidenziati erano quelli considerati potenzialmente più dannosi per i mercati europei nel 2017:

Eventi politici area euro elezioni Europa 2017
(Fonte immagine: Morgan Stanley)

Il risultato: tutti questi eventi politici sono stati superati senza problemi e senza i preoccupanti picchi di volatilità attesi. La posizione dell’Europa è migliorata e i populismi (pericolosi per l’Euro e per i mercati) sono stati quasi tutti definitivamente debellati.
L’ultimo evento è atteso per quest’anno ed è relativo alle elezioni in Italia. Nonostante ciò i gestori ci rassicurano considerandolo come di portata quasi nulla per il panorama dei mercati Europei; questo non perché l’Italia conti poco nello scacchiere europeo a livello di economia (anzi siamo il primo paese esportatore), ma perché per gli investitori l’instabilità politica in Italia è ormai consuetudine e già prezzata nella valutazioni finanziarie.

Da Gennaio 2017:
  • Ftse Mib (Milano):  + 22,6%
  • Ftse 100 (Londra):  + 7%
  • Dax (Francoforte): + 14,5%

Performance Ftse Mib Milano dall’elezione di Trump. Parte della performance è a mio avviso dovuta anche all’effetto positivo apportato dai PIR.
Performance ftse MIB milano da elezione Trump

L'ottima performance ottenuta da tutte le borse globali nel 2017 è dovuta solo all'effetto Trump? Sicuramente no. Tanti fattori hanno favorito la crescita: inflazione bassa, fiducia dei consumatori e delle imprese, crescita degli utili, volatilità ai minimi storici, in alcuni casi anche la forza dell'Euro. Tuttavia osservando i grafici dei maggiori indici europei, americani e anche emergenti non si può negare che dall'elezione di Donald Trump vi sia stato un ulteriore sprint dei mercati. E un'economia mondiale che riprende a crescere con forza a seguito di un qualsiasi evento politico è la prova tangente che è sufficiente un aumento della fiducia degli investitori per generare performance in un sistema finanziario che ha già di per se fondamentali molto solidi per poterlo fare..

Parlando del 2018

Secondo alcuni gestori la riforma fiscale voluta ed ottenuta da Trump dovrebbe accrescere gli utili delle aziende americane di oltre il 10%.
Se non vi saranno sorprese ne’ dall’inflazione, ne’ dalle banche centrali o eventi politici e finanziari improvvisi e di grave portata, il 2018 potrebbe continuare a regalare buone soddisfazioni ai mercati.

Tuttavia non va sottovalutato che le valutazioni rimangono elevate e quest’anno, secondo i gestori, sarà da valutare con maggior attenzione la componente tattica (a breve) dei portafogli di investimento. Per mantenere i portafogli flessibili ed evitare di essere sorpresi dai mercati sempre più imprevedibili è bene affidarsi ad un consulente finanziario esperto.
I consigli principali sono quelli di utilizzare più fondi a gestione attiva e aumentare la componente di strategie alternative.  Gradualmente ridurre l’esposizione agli asset rischiosi e mantenersi cauti e “leggeri” sui mercati fino a quando non vi saranno possibilità da sfruttare.

E’ finita l’era del fai da te e della gestione passiva. In momenti di mercato come questi, distorti anche dall’azione delle banche centrali, minimi segnali di paura sui mercati o aumenti di tassi e inflazione superiori al previsto possono fare molto male a chi investe solo in ETF.
I fondi comuni a gestione attiva diventano fondamentali per il 2018.

Mattia Cavattoni, consulente finanziario


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