(Fonte: Il Sole 24 Ore)
Lasciamo per una volta parlare i grafici:
l’immagine mostra come si sono comportati i maggiori mercati finanziari mondiali dal 2007 ad oggi (dati aggiornati ad Agosto 2017).
Passando attraverso ben dieci lunghi anni di giornate di borsa, eventi politici, elezioni, guerre, politica estera, fallimento di banche, crisi e default di stati, momenti di recessione, bolle immobiliari e soprattutto attraversando una delle peggiori e più distruttive crisi finanziarie della storia, seconda solo alla grande depressione del 1929, i mercati ci mostrano chiaramente che la ripresa è ancora in atto e che è molto più forte e più duratura dei crolli.
Tranne il FTSE Mib (linea verde) che dopo aver subito il contraccolpo non ha avuto la forza per recuperare completamente, le altre borse mondiali hanno fatto numeri da record.
L’indice americano S&P 500 (linea rossa), considerato il più importante al mondo, dopo aver perso il 50% nel 2009 a seguito della crisi, ha recuperato fino ad arrivare ad oggi con un +100%. In termini pratici questo significa che se io avessi investito 50.000 Euro sull’indice o su aziende in esso contenute prima della crisi, sarei certamente passato attraverso fasi di grande volatilità, ma tenendo i nervi saldi e senza disinvestire oggi mi ritroverei per le mani più di 100.000 Euro, raddoppiando il mio capitale.
Stessa cosa è accaduta per gli altri mercati mondiali: Dax Francoforte (linea nera) +63%, Nikkei di Tokyo (linea grigia) +42% dal 2007 ad oggi.
Per chi segue i mercati, questi non sono numeri sorprendenti. Nessuna sorpresa: le economie mondiali sono in costante crescita in quando non si torna al medioevo ma al contrario il mondo si evolve. La tecnologia evolve, le aziende evolvono, tutto si sviluppa e cresce. Periodi di crisi possono accadere come è sempre successo perché i mercati sono ciclici, ma con gli anni è naturale che l’economia mondiale vada sempre più verso la crescita.
Basti pensare a come è cambiata la vita negli ultimi 20 anni con Internet, cellulari e smartphone, digitale, tecnologie wireless, robotica applicata alle auto e agli elettrodomestici, domotica, social network, condivisione, tecnologie per la medicina, carburanti alternativi e molto altro.
L’evoluzione è finita nel 2017 o ci troveremo davanti altre novità che entreranno nelle nostre vite nel prossimo ventennio? Concorderete sul fatto che la seconda ipotesi sia decisamente più plausibile.
Vediamo invece quanto ha guadagnato chi ha seguito e segue tutt’ora la logica del “io investo solo in immobili perché il mattone è una garanzia”
Lasciamo per una volta parlare i grafici:
l’immagine mostra come si sono comportati i maggiori mercati finanziari mondiali dal 2007 ad oggi (dati aggiornati ad Agosto 2017).
Passando attraverso ben dieci lunghi anni di giornate di borsa, eventi politici, elezioni, guerre, politica estera, fallimento di banche, crisi e default di stati, momenti di recessione, bolle immobiliari e soprattutto attraversando una delle peggiori e più distruttive crisi finanziarie della storia, seconda solo alla grande depressione del 1929, i mercati ci mostrano chiaramente che la ripresa è ancora in atto e che è molto più forte e più duratura dei crolli.
Tranne il FTSE Mib (linea verde) che dopo aver subito il contraccolpo non ha avuto la forza per recuperare completamente, le altre borse mondiali hanno fatto numeri da record.
L’indice americano S&P 500 (linea rossa), considerato il più importante al mondo, dopo aver perso il 50% nel 2009 a seguito della crisi, ha recuperato fino ad arrivare ad oggi con un +100%. In termini pratici questo significa che se io avessi investito 50.000 Euro sull’indice o su aziende in esso contenute prima della crisi, sarei certamente passato attraverso fasi di grande volatilità, ma tenendo i nervi saldi e senza disinvestire oggi mi ritroverei per le mani più di 100.000 Euro, raddoppiando il mio capitale.
Stessa cosa è accaduta per gli altri mercati mondiali: Dax Francoforte (linea nera) +63%, Nikkei di Tokyo (linea grigia) +42% dal 2007 ad oggi.
Per chi segue i mercati, questi non sono numeri sorprendenti. Nessuna sorpresa: le economie mondiali sono in costante crescita in quando non si torna al medioevo ma al contrario il mondo si evolve. La tecnologia evolve, le aziende evolvono, tutto si sviluppa e cresce. Periodi di crisi possono accadere come è sempre successo perché i mercati sono ciclici, ma con gli anni è naturale che l’economia mondiale vada sempre più verso la crescita.
Basti pensare a come è cambiata la vita negli ultimi 20 anni con Internet, cellulari e smartphone, digitale, tecnologie wireless, robotica applicata alle auto e agli elettrodomestici, domotica, social network, condivisione, tecnologie per la medicina, carburanti alternativi e molto altro.
L’evoluzione è finita nel 2017 o ci troveremo davanti altre novità che entreranno nelle nostre vite nel prossimo ventennio? Concorderete sul fatto che la seconda ipotesi sia decisamente più plausibile.
Vediamo invece quanto ha guadagnato chi ha seguito e segue tutt’ora la logica del “io investo solo in immobili perché il mattone è una garanzia”
Nello stesso periodo di tempo, ovvero un arco di circa 10 anni, il valore degli immobili in Italia e nel mondo è crollato drasticamente.
I numeri ci dicono che dal 2009 al 2017 il valore di un immobile medio in Italia sia crollato dal 20% al 25%, per arrivare anche al 30% se parliamo di case al mare o in montagna.
La seconda casa non è più un bene rifugio.
Acquistare un secondo immobile come investimento, stipulando un mutuo in alcuni casi, non è stato assolutamente conveniente negli ultimi 10 anni e lo sarà sempre meno: le tasse di proprietà sulla seconda casa sono sempre più salate, la nuova generazione precaria non le acquisterà perché avrà al massimo la possibilità di acquistare un bilocale come prima abitazione, affittarle è molto difficile e si va incontro a problemi con inquilini insolventi, e come se non fosse già abbastanza per scoraggiare ad acquistare, i prezzi sono in continuo calo.
Mettendo a paragone l’investimento finanziario con quello immobiliare, un’altra caratteristica molto importante è da considerare. In caso di bisogno di liquidità l’investimento finanziario può essere chiuso e il denaro può tornare sul conto corrente in tempi molto brevi (5 giorni lavorativi se si parla di fondi di investimento) e il disinvestimento può essere fatto anche per frazioni di capitale.
Un immobile, invece, non può certamente essere venduto dividendolo in parti, e richiede tempi molto più lunghi per la vendita (il più delle volte si parla di alcuni anni), a meno che non si decida di calare drasticamente il prezzo.
Detto questo, lascio a voi le conclusioni.
In Italia la mentalità del mattone continua ad essere forte, e il risparmiatore continua ad avere paura dei mercati finanziari.
Warren Buffett, considerato l’investitore migliore al mondo disse:
“Non avete ragione o torto perché gli altri sono o non sono d’accordo con voi.
Avete ragione perché i vostri dati sono esatti e il vostro ragionamento è corretto”
Ora, dati alla mano, per il prossimo futuro, è meglio gestire il proprio risparmio acquistando un immobile o ponendo fiducia nei mercati finanziari?
Mattia Cavattoni, consulente finanziario
I numeri ci dicono che dal 2009 al 2017 il valore di un immobile medio in Italia sia crollato dal 20% al 25%, per arrivare anche al 30% se parliamo di case al mare o in montagna.
La seconda casa non è più un bene rifugio.
Acquistare un secondo immobile come investimento, stipulando un mutuo in alcuni casi, non è stato assolutamente conveniente negli ultimi 10 anni e lo sarà sempre meno: le tasse di proprietà sulla seconda casa sono sempre più salate, la nuova generazione precaria non le acquisterà perché avrà al massimo la possibilità di acquistare un bilocale come prima abitazione, affittarle è molto difficile e si va incontro a problemi con inquilini insolventi, e come se non fosse già abbastanza per scoraggiare ad acquistare, i prezzi sono in continuo calo.
Mettendo a paragone l’investimento finanziario con quello immobiliare, un’altra caratteristica molto importante è da considerare. In caso di bisogno di liquidità l’investimento finanziario può essere chiuso e il denaro può tornare sul conto corrente in tempi molto brevi (5 giorni lavorativi se si parla di fondi di investimento) e il disinvestimento può essere fatto anche per frazioni di capitale.
Un immobile, invece, non può certamente essere venduto dividendolo in parti, e richiede tempi molto più lunghi per la vendita (il più delle volte si parla di alcuni anni), a meno che non si decida di calare drasticamente il prezzo.
Detto questo, lascio a voi le conclusioni.
In Italia la mentalità del mattone continua ad essere forte, e il risparmiatore continua ad avere paura dei mercati finanziari.
Warren Buffett, considerato l’investitore migliore al mondo disse:
“Non avete ragione o torto perché gli altri sono o non sono d’accordo con voi.
Avete ragione perché i vostri dati sono esatti e il vostro ragionamento è corretto”
Ora, dati alla mano, per il prossimo futuro, è meglio gestire il proprio risparmio acquistando un immobile o ponendo fiducia nei mercati finanziari?
Mattia Cavattoni, consulente finanziario