Essere in pensione comporta essenzialmente due cose: da una parte, il lavoratore che va in pensione si trova ad avere una grande quantità di tempo a disposizione, che prima non aveva, da poter dedicare alla famiglia, ai nipoti, ai propri hobby, a viaggi, e a molte altre attività. Dall’altra parte, però, si trova ad avere entrate mensili molto ridotte rispetto a quelle a cui era abituato, che potrebbero non permettergli di togliersi gli sfizi ai quali avrebbe diritto dopo anni e anni di lavoro. Sfizi e viaggi a parte, purtroppo accade sempre più spesso che le pensioni siano così basse da non permettere neppure un normale tenore di vita.
Ecco perché la maggior parte dei lavoratori decide di aderire a un fondo pensione complementare.
Decidere di destinare mensilmente alcune somme ad un fondo pensione, o decidere di versarvi il TFR, è una scelta che porta con se la volontà di costruirsi una prestazione pensionistica complementare per il futuro, che possa andare ad integrare e aumentare la normale prestazione pensionistica INPS.
Il lavoratore che aderisce ad un fondo pensione, quindi, guarda alle necessità future proprie e famigliari che sorgeranno al termine della vita lavorativa e porta avanti una scelta saggia per garantire serenità e sicurezza economica e per mantenere un tenore di vita accettabile per se stesso e per i propri cari.
A seguito del precedente articolo sui vantaggi del fondo pensione, andiamo ora a fare chiarezza su due temi molto importanti collegati a questo argomento, ovvero anticipazioni e trasferimenti.
Anticipazioni
Come è noto e come spiegato nell’articolo di Aprile, a differenza dei piani di accumulo, il fondo pensione permette alcuni importanti vantaggi fiscali, ma essendo uno strumento a lungo termine, per legge le somme che vi vengono depositate rimangono vincolate fino all’età pensionabile del contribuente.
Spesso accade che per dinamiche famigliari o decisioni personali, vi sia la necessità di richiedere in anticipo una parte delle somme versate.
Ecco quando e in che percentuale possono essere richieste le anticipazioni:
- in qualsiasi momento, fino al 75% della posizione maturata, per spese sanitarie a seguito di gravissime situazioni che necessitano di terapie e interventi straordinari e che riguardano l’iscritto, il coniuge e i figli (con tassazione dal 9% al 15%);
- dopo 8 anni di iscrizione, fino al 75% della posizione maturata, per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa di abitazione per sé o per i figli (con tassazione al 23%);
- dopo 8 anni di iscrizione, fino al 30% della posizione maturata, per ulteriori esigenze dell’iscritto (con tassazione al 23%).
Trasferimenti
L’Aderente ad una Forma pensionistica complementare ha diritto a trasferire l’intera posizione individuale maturata ad altra Forma pensionistica complementare cui è iscritto, se trascorsi almeno due anni dall'iscrizione e in altri casi validi per i lavoratori che aderiscono a fondi di categoria.
Mattia Cavattoni, Consulente Finanziario
L’Aderente ad una Forma pensionistica complementare ha diritto a trasferire l’intera posizione individuale maturata ad altra Forma pensionistica complementare cui è iscritto, se trascorsi almeno due anni dall'iscrizione e in altri casi validi per i lavoratori che aderiscono a fondi di categoria.
Mattia Cavattoni, Consulente Finanziario