Nel mondo bancario è in corso una importante trasformazione che concentrerà il mercato nelle mani di pochi istituti bancari.
A detta degli operatori del settore, le banche tradizionali, quelle che tutti conosciamo, presto scompariranno.
Non si parla di una visione futuristica, ma di una realtà che si perfezionerà nell’arco di pochissimi anni. Solo le istituzioni che sapranno comprendere il cambiamento e che riusciranno a trasformarsi resisteranno, mentre le restanti saranno vittime inermi di una grande rete di acquisizioni in cui le banche più forti andranno a “mangiare” ed inglobare gli istituti che non riusciranno a restare al passo con i tempi.
Una realtà, questa, che ha già iniziato inesorabilmente il suo corso, a partire dalle centinaia di sportelli chiusi in tutta Italia negli ultimi due anni, appartenenti anche e soprattutto alle maggiori banche italiane.
Esempi recenti sono anche l’acquisizione delle banche venete da parte di Intesa Sanpaolo e le acquisizioni di UBI Banca di Banca Etruria, CariChieti e Banca Marche.
Ma perché per un correntista è importante conoscere tutto questo?
Con la situazione attuale la qualità del servizio bancario è stata la prima cosa ad essere messa da parte, accompagnata da un forte aumento dei costi.
Questo sta già avvenendo in tutte le banche che lavorano con le filiali sul territorio. A causa dei bassi tassi di interesse degli ultimi anni (tassi prossimi allo zero, che non riprenderanno a salire in Europa almeno fino al primo trimestre 2019) il margine di guadagno delle banche, derivante soprattutto dalle operazioni di prestito e mutuo, si è ridotto moltissimo. Le banche sono state infatti costrette a concedere mutui e prestiti (anche prestiti al consumo, ad esempio per l’acquisto di automobili) a condizioni di tassi bassi, dovendo per forza adeguarsi alla politica dei tassi attuale.
Per mantenere i bilanci in positivo e per recuperare il mancato guadagno derivante dal basso margine di interesse, vediamo come stanno agendo tutte le banche sul territorio:
- Chiudendo centinaia di filiali:
Questo è il primo modo in cui le banche stanno cercando di risparmiare. Gli sportelli sul territorio saranno molti meno e si stanno già concentrando lontano dalle zone periferiche e dai piccoli centri. Gli impiegati rimasti dovranno gestire molto più lavoro con conseguente peggioramento del servizio. - Licenziando personale esperto e assumendo personale privo di esperienza proveniente da agenzie di collocamento e agenzie interinali.
In questo modo le banche possono dare un taglio netto ai costi sul personale, aumentando il turnover degli impiegati che riceveranno sempre più contratti a tempo determinato e senza garanzia per il futuro. Assumendo giovani neolaureati agli sportelli, in molti casi stagisti, le banche portano a termine un notevole risparmio sugli stipendi.
Questo forse non inciderà sulle operazioni più semplici, ma ricordiamoci che i nuovi assunti saranno gli stessi a dover gestire la decuplicata mole di lavoro derivante dal taglio del numero di filiali. Ma è soprattutto quando si parla di investimenti che è necessario fare le proprie valutazioni, considerando che il cliente per la banca conterà sempre meno e sarà considerato come un numero, uno dei tanti. (Purtroppo, tante volte, come uno dei tanti “polli da spennare” con la vendita di prodotti costosi e alte commissioni). - Aumentando il numero delle casse automatiche e dei bancomat evoluti e ancora una volta tagliando il personale.
La tecnologia avanza, anche nel mondo bancario. A cosa serve pagare un impiegato, quando il 90% delle operazioni può essere fatto da se’ dal cliente? - Aumentando il più possibile i costi dei conti correnti e le commissioni sulle operazioni e sui prelievi.
Questo è stato fatto sistematicamente da tutte le banche italiane, soprattutto sui conti dei vecchi correntisti, quelli che si considerano più fidelizzati. Alcuni conti ad oggi arrivano a costare anche 100€ all’anno.
Se chiedessero ai correntisti di elencare cinque buoni motivi per continuare a rimanere in una banca ordinaria, la risposta finale sarebbe che non vi è nessuna convenienza.
Molti già hanno aperto conti correnti presso le banche online, dove il vantaggio principale è ottenere conti correnti a costo zero. Il problema del servizio, però, persiste. Non essendo queste banche dotate di filiali sul territorio, per qualsiasi informazione o problema (come anche una banale smagnetizzazione della carta bancomat) i clienti sono costretti a chiamare un centralino, magari nemmeno situato in Italia, a parlare di volta in volta con un operatore diverso e molte volte il problema non viene risolto.
Si tratta tra le altre cose di istituzioni bancarie di dimensioni irrisorie, che nascono e falliscono nel giro di pochi anni, riportando alla luce il problema della solidità dei bilanci e del Bail In, in caso di depositi di somme consistenti.
A causa di questi problemi, è in atto un secondo grande esodo che raggiungerà nei prossimi mesi e anni livelli sempre più esponenziali: sempre più clienti si stanno affidando alle reti di consulenza finanziaria.
Quali sono i vantaggi?
- Conti correnti a costo zero e prelievi gratuiti presso ogni bancomat:
queste banche lavorano molto con gli investimenti, quindi non è loro interesse guadagnare denaro dai canoni di conto corrente. - Servizio di qualità molto elevata:
ogni cliente è affiancato da un consulente finanziario, o Private Banker, che ha il compito di seguirlo e di assisterlo in ogni richiesta. Si parla quindi di un rapporto personale 1 ad 1, diversamente dalle filiali bancarie dove l’impiegato di turno è costretto ad accollarsi le esigenze di tantissimi clienti. Non sarà più il cliente a dover andare in banca, ma sarà il consulente a raggiungere il cliente sul luogo di lavoro o dove ritiene più opportuno.
Non dimentichiamo, inoltre, che i consulenti sono liberi professionisti e che se a causa di una loro negligenza dovessero perdere dei clienti, ne risentirebbero direttamente. Cosa importante, il servizio di consulenza è gratuito e alcune reti sono dotate anche di filiali sul territorio.
- Se si parla poi di investimenti, si apre un capitolo a parte:
Investire allo sportello di banca oggi equivale a perdere quasi sicuramente dei soldi. Le soluzioni vendute sono scadenti, costose e manca una vera intervista consulenziale. Se si decide di investire, è bene rivolgersi ad operatori esperti del settore e iscritti ad un Albo, come appunto i consulenti finanziari.
Il sistema basato sulle filiali, che ha funzionato discretamente fino ad oggi, non è più sostenibile economicamente per le banche e non ha più motivo di esistere.
Non è certo un segreto che le reti di consulenza, quelle che hanno inventato il modello di sevizio consulente-cliente e che da più di 20 anni lo portano avanti, stanno negli ultimi anni segnando record su record, acquisendo continuamente nuovi clienti e superando in dimensioni le più grandi banche tradizionali del panorama italiano.
In un mondo in cui tutto è guidato solo dal taglio dei costi a discapito del servizio, in un contesto in cui l’attenzione al cliente è venuta a mancare e se ne sente sempre più il bisogno, partono avvantaggiate le reti che da sempre lavorano mettendo il cliente al primo posto, garantendo qualità e servizio di alto livello.
Il servizio di consulenza oggi non è più qualcosa di esclusivo e riservato a clienti dalle alte potenzialità economiche, ma è un’opportunità alla portata di tutti. Ognuno ha la possibilità di avere un proprio Private Banker di fiducia. Questa, forse, è la vera rivoluzione in ambito bancario.
Come ha detto il patron di una importante rete di consulenza italiana:
“Le filiali bancarie faranno la fine delle cabine telefoniche. A cosa serviranno, se nessuno ci entrerà più?”
Mattia Cavattoni, Consulente Finanziario