Gli eventi degni di nota avvenuti negli ultimi mesi sono i seguenti:
- Elezione di Biden come presidente negli Stati Uniti, quindi un ritorno alla leadership dei democratici, con anche il congresso che diventa democratico. Questa notizia é stata presa tutto sommato molto bene dai mercati, che per ora ignorano la parte dell’agenda politica dei Dem che prevede maggior tassazione alle grandi aziende e si sono concentrati invece sugli imponenti piani di sostegno al reddito delle famiglie, ai piani infrastrutturali e al rientro degli USA negli accordi di Parigi sul clima voluto proprio da Biden.
- il Dollaro Americano ($) che come conseguenza delle politiche ultra espansive della banca centrale americana, e delle imponenti misure di sostegno in America, ha continuato da qualche mese a questa parte a svalutarsi nei confronti dell’Euro. Oggi il cambio è 1,21 ovvero servono 1,21 Dollari per comprare un Euro. L’ultimo massimo, senza andare troppo indietro nel tempo è stato 1,2421 toccato nel 2017. Da febbraio 2020 il Dollaro ha perso quindi circa l’11% del suo valore nei confronti dell’Euro. La parte di investimenti in Dollari (non coperta al cambio) quindi per noi investitori Europei ha subito delle perdite legate alla valuta, nonostante abbia comunque guadagnato per l’andamento positivo dei mercati. Tutta la parte Hedged (coperta al cambio) che normalmente rappresenta almeno il 60-70% dei nostri portafogli d’investimento ne ha invece beneficiato.
- I paesi emergenti, ancora una volta guidati dalla Cina e dall’area asiatica hanno messo a segno performance eccezionali da inizio anno, sia dal lato azionario sia dal lato obbligazionario. Questo è dovuto a due fattori: da una parte il Dollaro più debole che favorisce sempre gli emergenti, dall’altro ci troviamo in una fase di ripresa ciclica dell’economia che favorisce i paesi il cui PIL è più legato a dinamiche industriali e materie prime. I maggiori siti di estrazione e lavorazione delle materie prime industriali tra cui argento, rame, platino, palladio, carbone ma anche oro si trovano nei paesi emergenti e le loro economie ne sono fortemente legate. Abbiamo avuto quindi una forte crescita dei prezzi delle materie prime industriali, tra cui anche il petrolio che é tornato a 62$ al barile dopo aver toccato a inizio dell’anno scorso territorio vicino allo zero.
- Approvazione del governo tecnico di Draghi in Italia che grazie alla credibilità a livello globale dell’ex presidente della BCE e alla fiducia in lui riposta dai mercati ha fatto scendere lo spread ovvero il differenziale di rendimento tra Bund tedesco e Btp italiano ai minimi da Marzo 2015. Ora siamo a circa 91,5 ma era arrivato al picco di 324 ad Ottobre 2019 causa instabilità politica. Questo ha chiaramente generato guadagni sul BTP ma non solo: tutto il comparto bancario e di conseguenza l’indice di borsa italiano hanno messo a segno forti guadagni (le banche detengono moltissimi BTP nei loro bilanci e oltre a questo si pensa saranno favorite dal governo Draghi).
Importantissimo anche a livello europeo, non solo italiano, perché una personalitá dello spessore di Mario Draghi al governo potrá favorire la coesione dell’Area Euro, allontanando ideali populisti e anti europeisti e potrà rafforzare la stabilità economica e europea in un momento così delicato. Infine, la figura di Draghi avrà un peso sicuramente importante nei dibattiti con l’UE per i Recovery Fund e per riprendere quell’idea molto interessante di emissioni di titoli di stato sovranazionali europei (gli Euro Bond), fino ad oggi ancora poco considerata.
- Le aspettative di inflazione: l’inflazione grazie alle politiche ultra espansive sta iniziando a rialzare la testa, soprattutto negli USA. Ci troviamo ancora a valori non preoccupanti, anzi lontani dal target di media 2% voluto dalle banche centrali. La cosa ci suggerisce tuttavia che è importante per la parte di protezione all’interno dei portafogli di investimento di fare una variazione dai Titoli di Stato fissi (che posso o perdere in caso di salita dell’inflazione) ai bond Inflation Linked ovvero indicizzati, legati, alla crescita dell’inflazione. Questo soprattutto alla luce dell’imminente approvazione dei nuovi piani di emergenza in America, che contribuiranno ad aumentare l’inflazione, iniettando ulteriore liquidità in una economia già in fase di ripresa.
Un grafico molto interessante
Uno dei timori della veloce ripresa dei mercati dopo il crollo del Covid é stato quello di vedere l’ economia globale ancora depressa e in grave difficoltá da una parte, mentre mercati che continuavano (e continuano) a mettere a segno nuovi massimi giorno dopo giorno. Ciò può far certo pensare ad una sorta di bolla e creare una qualche reticenza ad entrare nei mercati. In realtá, sebbene alcuni titoli siano effettivamente in bolla - come accaduto con la vicenda Gamestop qualche settimana fa, con Hertz autonoleggi quest’estate o come il titolo Tesla che con bilanci molto piatti ha messo a segno un ulteriore + 600% nel 2020 - il mercato più in generale sta seguendo le sue normali logiche: non dobbiamo dimenticarci mai che i mercati anticipano sempre l’economia reale.
- Elezione di Biden come presidente negli Stati Uniti, quindi un ritorno alla leadership dei democratici, con anche il congresso che diventa democratico. Questa notizia é stata presa tutto sommato molto bene dai mercati, che per ora ignorano la parte dell’agenda politica dei Dem che prevede maggior tassazione alle grandi aziende e si sono concentrati invece sugli imponenti piani di sostegno al reddito delle famiglie, ai piani infrastrutturali e al rientro degli USA negli accordi di Parigi sul clima voluto proprio da Biden.
- il Dollaro Americano ($) che come conseguenza delle politiche ultra espansive della banca centrale americana, e delle imponenti misure di sostegno in America, ha continuato da qualche mese a questa parte a svalutarsi nei confronti dell’Euro. Oggi il cambio è 1,21 ovvero servono 1,21 Dollari per comprare un Euro. L’ultimo massimo, senza andare troppo indietro nel tempo è stato 1,2421 toccato nel 2017. Da febbraio 2020 il Dollaro ha perso quindi circa l’11% del suo valore nei confronti dell’Euro. La parte di investimenti in Dollari (non coperta al cambio) quindi per noi investitori Europei ha subito delle perdite legate alla valuta, nonostante abbia comunque guadagnato per l’andamento positivo dei mercati. Tutta la parte Hedged (coperta al cambio) che normalmente rappresenta almeno il 60-70% dei nostri portafogli d’investimento ne ha invece beneficiato.
- I paesi emergenti, ancora una volta guidati dalla Cina e dall’area asiatica hanno messo a segno performance eccezionali da inizio anno, sia dal lato azionario sia dal lato obbligazionario. Questo è dovuto a due fattori: da una parte il Dollaro più debole che favorisce sempre gli emergenti, dall’altro ci troviamo in una fase di ripresa ciclica dell’economia che favorisce i paesi il cui PIL è più legato a dinamiche industriali e materie prime. I maggiori siti di estrazione e lavorazione delle materie prime industriali tra cui argento, rame, platino, palladio, carbone ma anche oro si trovano nei paesi emergenti e le loro economie ne sono fortemente legate. Abbiamo avuto quindi una forte crescita dei prezzi delle materie prime industriali, tra cui anche il petrolio che é tornato a 62$ al barile dopo aver toccato a inizio dell’anno scorso territorio vicino allo zero.
- Approvazione del governo tecnico di Draghi in Italia che grazie alla credibilità a livello globale dell’ex presidente della BCE e alla fiducia in lui riposta dai mercati ha fatto scendere lo spread ovvero il differenziale di rendimento tra Bund tedesco e Btp italiano ai minimi da Marzo 2015. Ora siamo a circa 91,5 ma era arrivato al picco di 324 ad Ottobre 2019 causa instabilità politica. Questo ha chiaramente generato guadagni sul BTP ma non solo: tutto il comparto bancario e di conseguenza l’indice di borsa italiano hanno messo a segno forti guadagni (le banche detengono moltissimi BTP nei loro bilanci e oltre a questo si pensa saranno favorite dal governo Draghi).
Importantissimo anche a livello europeo, non solo italiano, perché una personalitá dello spessore di Mario Draghi al governo potrá favorire la coesione dell’Area Euro, allontanando ideali populisti e anti europeisti e potrà rafforzare la stabilità economica e europea in un momento così delicato. Infine, la figura di Draghi avrà un peso sicuramente importante nei dibattiti con l’UE per i Recovery Fund e per riprendere quell’idea molto interessante di emissioni di titoli di stato sovranazionali europei (gli Euro Bond), fino ad oggi ancora poco considerata.
- Le aspettative di inflazione: l’inflazione grazie alle politiche ultra espansive sta iniziando a rialzare la testa, soprattutto negli USA. Ci troviamo ancora a valori non preoccupanti, anzi lontani dal target di media 2% voluto dalle banche centrali. La cosa ci suggerisce tuttavia che è importante per la parte di protezione all’interno dei portafogli di investimento di fare una variazione dai Titoli di Stato fissi (che posso o perdere in caso di salita dell’inflazione) ai bond Inflation Linked ovvero indicizzati, legati, alla crescita dell’inflazione. Questo soprattutto alla luce dell’imminente approvazione dei nuovi piani di emergenza in America, che contribuiranno ad aumentare l’inflazione, iniettando ulteriore liquidità in una economia già in fase di ripresa.
Un grafico molto interessante
Uno dei timori della veloce ripresa dei mercati dopo il crollo del Covid é stato quello di vedere l’ economia globale ancora depressa e in grave difficoltá da una parte, mentre mercati che continuavano (e continuano) a mettere a segno nuovi massimi giorno dopo giorno. Ciò può far certo pensare ad una sorta di bolla e creare una qualche reticenza ad entrare nei mercati. In realtá, sebbene alcuni titoli siano effettivamente in bolla - come accaduto con la vicenda Gamestop qualche settimana fa, con Hertz autonoleggi quest’estate o come il titolo Tesla che con bilanci molto piatti ha messo a segno un ulteriore + 600% nel 2020 - il mercato più in generale sta seguendo le sue normali logiche: non dobbiamo dimenticarci mai che i mercati anticipano sempre l’economia reale.
Dal grafico si può vedere come i movimenti della linea arancio (mercati azionari) anticipano sempre i movimenti della linea blu (economia reale).
Ora secondo economisti e gestori ci troviamo ancora prima della fase Early Recovery (ripresa del ciclo), con economie ancora in parziale recessione, quindi il Bull Market che stiamo vivendo è solo l’inizio. A livello di mercati quindi dovremmo trovarci indicativamente tra “Market Bottom” e “Bull Market”. Ogni ciclo ha durate differenti, alcuni durano anche 10 anni mentre altri solo pochi mesi. Questo sembra essere un ciclo di media durata. In questo momento siamo solo nelle prime fasi di ripresa. Interessante notare anche in alto i settori dell’economia e dei mercati che fanno bene proprio nei momenti rappresentati dal tratto del grafico sottostante.
Nella fase finale del ciclo i mercati azionari tendono poi a sottoperformare e la performance sarà da ricercare nei titoli di stato, e nella parte obbligazionaria. Ma siamo molto lontani da questa condizione.
Nuovi piani di stimoli in USA
È ormai chiaro che la politica economica di Biden sarà volta ad ingente spesa pubblica per generare consumi, lavoro ed occupazione. Come direbbero “quelli bravi” si tratta di politiche in pieno stile Keynesiano. Biden ha addirittura sostenuto di voler riportare l’economia americana alla piena occupazione, ovvero a quanto vissuto in America nell’era Trump, giá del 2022.
Come ha intenzione di farlo ?
Oltre agli ingenti piani già sostenuti sono già stati praticamente approvati due enormi piani:
Il primo spesso definito in gergo dagli economisti “Helicopter Money”, tradotto letteralmente “gettare soldi dall’elicottero” prevede un nuovo maxi piano di sostegno alle famiglie consumatrici da 1.900 Miliardi di Dollari USA che si chiamerà America Rescue Plan.
Grazie a questo piano è previsto un assegno fisso settimanale sulla base del reddito e 500$ in più a settimana per ogni figlio minore a carico.
I limiti, redditi sopra i quali non si potrà ricevere l’erogazione dell’assegno sono posti a livelli molto alti, per cui quasi tutte le famiglie in difficoltà potranno beneficiare dell’aiuto: si parla di soglie di reddito massimo a 75 Mila $ all’anno per i singoli e 150 Mila $ per le coppie.
Giusto per dare un’idea dell’imponenza di questo piano, se sommato al sussidio per la disoccupazione ancora attivo dalla presidenza Trump, una coppia con due bambini al di sotto dei 17 anni arriverebbe a prendere fino a 5.600$.
Il piano prevede anche l’innalzamento di salario minimo a 15 $ all’ora.
Il voto alla camera che dovrebbe dare il via libera finale all’approvazione del piano avverrà a fine Febbraio: alcune parti potrebbero essere in parte riviste nella contrattazione con i repubblicani, ma si parla comunque di un piano che non scenderá al di sotto di 1.500 Miliardi di Dollari. Inoltre, anche se è una cosa che Biden non vorrebbe fare, ha la possibilità appellandosi ad una speciale legge sulle emergenze di approvare il piano anche senza il pieno accordo con i Repubblicani.
Ci sará poi un secondo piano infrastrutturale importantissimo ancora più Keynesiano a Marzo 2021, giá praticamente certo, di 2.000 Miliardi di Dollari, concentrato su spesa pubblica e costruzione di infrastrutture, dove il focus sarà tecnologia, infrastrutture, 5G, digitale e come sempre anche la parte Green, auto elettriche ecc..
Cosa significa quindi per i mercati?
Tutto ciò, se unito alla parte recovery Plan e recovery Fund europea è musica per le orecchie dei mercati azionari.
L’enorme mole di liquidità che entrerà nel sistema nel 2021 darà lo sprint a tutti quei temi che saranno destinatari dei fondi, quindi come già detto tutta la parte Green Technology (semiconduttori, Chip, Batterie, auto elettriche, catalizzatori, nuove tecnologie allo studio come i motori ad idrogeno per i camion) e la parte digitale.
Probabilmente i fondi raggiungeranno principalmente le small cap (aziende più piccole), mentre ad un certo punto le Big soprattutto del reparto tecnologico (FAANG) potranno soffrire a causa dell’aumento della tassazione, dell’inflazione e dei tassi. Quindi importante destinare una parte del portafoglio non solo agli indici più importanti come Nasdaq e S&P 500 ma anche alle small cap con l’indice Russell 2000 che infatti sta giá sovraperformando da inizio anno.
Se uniamo questo alla volontà già dichiarata delle banche centrali di non fermare gli acquisti e non alzare i tassi per almeno tre anni anche in caso di crescita dell’inflazione ci troviamo davanti alla situazione perfetta per i mercati azionari avendo una logica d’investimento di medio termine: forse le obbligazioni renderanno sempre meno, ma le azioni non possono fare altro che continuare a salire.
Addirittura un’ipotesi di recrudescenza del Covid a livello globale legata alle nuove varianti che sembrano resistere alle vaccinazioni non farebbe altro che far aumentare gli aiuti monetari, e ancora una volta i mercati ne approfitteranno per salire.
É una situazione senz’altro particolare, in questo momento è da cavalcare. Ci saranno sicuramente degli storni di mercato piccoli o grandi legati ad alcune notizie e quelli saranno i momenti per comprare o incrementare le azioni in portafoglio.
Apparentemente questa è una situazione positiva che salvo eventi catastrofici o imprevisti nuovi e differenti dal Covid, può durare fino a quando le economie non torneranno a pieno regime.
In quel momento saremo a fine ciclo, con alta occupazione, tassi e inflazione in crescita e le banche centrali saranno costrette a drenare liquidità e questo potrà creare volatilità, ma sarà una situazione che potrà verificarsi non prima di alcuni anni.
Se si vuole puntare invece su un mercato meno appagato e meno stanco, per certi versi “più sano”, in fortissima crescita e con economia in grande slancio, come già trattato nelle precedenti mail la chiave è detenere in portafoglio la Cina e l’Asia che diventeranno presto i leader globali superando anche gli Stati Uniti in molti campi. Il vero vincitore ad uscire a testa alta dalla pandemia è stata senza dubbio l’economia del Dragone.