Il futuro è oggi.
Anche se forse non ce ne rendiamo conto, stiamo già vivendo nel futuro.
Uno dei temi importanti per i prossimi decenni sarà sicuramente la robotica e l’intelligenza artificiale.
Molti dei maggiori colossi mondiali stanno investendo senza sosta tempo e enormi quantità di denaro nel campo della ricerca e sviluppo per la produzione di automobili a guida completamente autonoma, ovvero i cosiddetti livelli di sviluppo 4 e 5. Stiamo parlando di Bmw, Tesla, Volvo, Bosch, Nissan, Mercedes, Audi, Google, Intel, Mobileye, Uber, Apple. Come si sa, nell’era della tecnologia a conquistarsi il mercato sarà chi riuscirà ad arrivare per primo al traguardo.
Le previsioni ci parlano di un mercato che nel 2050 raggiungerà le dimensioni strabilianti di 7mila miliardi di Dollari, secondo la ricerca commissionata a Strategy Analytics da Intel.
Sul mercato sono presenti al momento solo auto al livello di svilippo 3, ovvero dotate di frenata automatica, sensori per il riposizionamento in carreggiata dell’auto, sensori di parcheggio automatico, rilevatori ottici e telecamere a 360 gradi e molto altro, ma che richiedono ancora la presenza fisica di un guidatore. Si pensa che la produzione dei primi prototipi di auto davvero autonome pronte per essere vendute avverrà sicuramente dopo il 2020, più probabilmente entro il 2022 e ovviamente si tratterà di prodotti di nicchia. Ma oltre alle auto, questa tecnologia sarà una svolta anche per i mezzi di trasporto collettivo o per i taxi?
Una novità sorprendente arriva poi dagli Stati Uniti, dove Uber sta investendo su un progetto denominato “Elevate” con l’obiettivo di introdurre migliaia di taxi volanti elettrici nelle maggiori città di tutto il mondo. Proprio Uber in collaborazione con la NASA ha presentato il progetto UberAir, un taxi volante a 6 eliche grande quanto un’automobile in grado di decollare e atterrare verticalmente e che può raggiungere una velocità di 200 miglia orarie volando a bassa quota.
Jeff Holden, il progettista capo, ha dichiarato che il taxi volante diventerà operativo entro il 2020 e che entrerà in azione nei cieli di Los Angeles.
Un altro tema ricollegabile all’automazione è certamente quello della domotica, che sta facendo passi da gigante. Sul mercato sono già presenti elettrodomestici a comando vocale, termostati, antifurto e addirittura pentole comandabili a distanza tramite gli smartphone.
Spostandoci nel campo della robotica vera e propria, è obsoleto dire che ormai i robot sono presenti in tutte le fabbriche e che riescono a svolgere lavori in modo più preciso, più veloce e con meno errori rispetto all’uomo.
Se questi rappresenteranno un problema per il mondo dell’occupazione, “rubando” posti di lavoro o meno dipenderà solamente da come le scuole affronteranno il problema. Se ci si concentrerà sullo sviluppo di nuove professionalità e nuove materie tecniche in grado di portare l’uomo ad essere complementare alle macchine, di arrivare dove queste hanno delle carenze, di assistere i processi, allora forse riusciremo ad evitare la catastrofe dell’occupazione e a trasformare una minaccia in un’opportunità.
Parlando invece di robot “umanoidi” ovvero in grado di apparire, parlare e comportarsi come uomini, stiamo raggiungendo livelli mai visti prima. Basti pensare che in Agosto è stato sospeso un esperimento di Facebook su due robot, Alice e Bob, perché questi hanno iniziato a dialogare in modo autonomo tra loro in un linguaggio-macchina sconosciuto.
Siamo giunti al campo del Deep Learning, ovvero si sta cercando di insegnare ai robot ad imparare dai propri errori e a memorizzare dati e comportamenti sempre più perfetti.
Lasciando il tema della robotica, un secondo tema per il futuro sarà lo sviluppo e il miglioramento delle auto completamente elettriche, già presenti sul mercato. Gli obiettivi sono il miglioramento dell’autonomia delle batterie e la sostituzione di tutte le auto in circolazione in auto elettriche. Un’ambizione importante, sia dal punto di vista etico sia da quello economico.
Un terzo tema che sarà di assoluta priorità è la salvaguardia dell’acqua.
Oltre la risaputa necessità di tutelare l’acqua a livello globale, in quanto risorsa preziosa e scarsa sul pianeta, un nuovo interesse in questo campo si sta sviluppando negli Stati Uniti. Questo nuovo interesse arriva direttamente dalla potente industria petrolifera americana, ovvero dai produttori di Shale Oil e Shale gas (petrolio e gas di scisto).
La tecnica dello scisto (detta fracking – fratturazione idraulica) è differente dalla tradizionale tecnica di estrazione del petrolio dal sottosuolo marino tramite le piattaforme e le stazioni di pompaggio. Lo Shale Oil è estratto dal sottosuolo roccioso, sulla terraferma, utilizzando getti d’acqua potenti e in profondità, mischiati a reagenti chimici, in grado di rompere le rocce e di modificarne la composizione chimica, per favorire l’estrazione degli idrocarburi presenti all’interno di queste.
Negli Stati Uniti si contano circa 30 mila pozzi attivi di Shale Oil & Gas e gli idrocarburi da questi ricavati sono stati in grado di modificare il prezzo del petrolio a livello globale a causa della grande quantità immessa sul mercato grazie a questa innovativa tecnica.
Come si ricollega il tema della salvaguardia dell’acqua?
Per ogni pozzo di scisto vengono utilizzati ogni anno 20 milioni di Litri di acqua, per un totale complessivo solo in USA (dati 2011) 500 miliardi di Litri di acqua, la maggior parte dei quali vengono poi abbandonati nel sottosuolo insieme con i reagenti chimici inquinanti.
Dal 2017 regole sempre più stringenti stanno entrando in vigore in America per la tutela dell’ambiente e queste stanno obbligando i produttori di Shale Oil a recuperare le acque reflue del fracking e a riqualificarle, se non per uso potabile (molto difficile) almeno per il riutilizzo industriale. Non potendo più abbandonare le acque tossiche nel sottosuolo, i produttori di Shale Oil stanno cercando aziende esperte nella depurazione di queste acque, molto complessa in quanto contengono migliaia di reagenti chimici diversi (alcuni fuoriescono dalle rocce nel sottosuolo) e non possono essere trattate tutte nello stesso modo.
Un grande movimento sta nascendo intorno a questo nuovo assetto e moltissime società stanno fiorendo negli USA per la depurazione di queste acque. Si tratta di aziende che secondo le previsioni diventeranno dei colossi, in quanto l’estrazione di Shale Oil è il futuro e non diminuirà, e la depurazione delle acque reflue è un settore con grandi barriere all’entrata ed è in una situazione di oligopolio. Investire su queste aziende, tramite fondi d’investimento tematici, potrebbe essere un’ottima opportunità per il futuro a breve e medio termine.
L’ultimo tema, che racchiude tutti gli altri è quello della sicurezza e del digitale
Si tratta sia di Homeland Security (ovvero sicurezza e antiterrorismo) sia, soprattutto, di sicurezza informatica.
Con la nascita delle auto a guida autonoma, con la rivoluzione del digitale e dei dispositivi smart (Smart phone, smart TV…), con la rivoluzione della tecnologia domestica e degli elettrodomestici, con l’allargamento della connessione internet e la nascita continua di strumenti elettronici e a radiofrequenza, ci ritroveremo in un mondo invaso da device dotati di indirizzo IP. Oltre ai computer e agli smartphone, sempre più oggetti di nuova emissione saranno dotati di un proprio indirizzo IP, dall’automobile intelligente, ai droni, al frullatore smart. E dove c’è indirizzo IP c’è bisogno di protezione e di sicurezza informatica, se non vogliamo ritrovarci in un mondo dove le automobili possono essere rubate a distanza o addirittura hackerate dall’esterno e guidate per provocare incidenti.
Secondo una ricerca delle società Nomisma-ITway la criminalità informatica crea danni per 400 miliardi di Dollari ogni anno ed entro il 2020 gli investimenti nel mercato della cyber security a livello globale raggiungeranno la cifra record di 170 miliardi di Dollari.
Questi sono solo alcuni dei temi che creeranno grande valore nel futuro sia a livello sociale, con innovazioni introdotte nella vita di tutti i giorni, sia a livello di ritorno economico degli investimenti.
Forse le auto volanti e i robot replicanti di Blade Runner non saranno più solo fantascienza.
Investire a livello globale nelle aziende leader e visionarie appartenenti ai settori a più forte crescita economica, sui cosiddetti temi macro-trend, significa anticipare il futuro. La tecnologia migliorerà ancora e i miglioramenti arriveranno inevitabilmente dai settori più innovativi.
Scegliere di dedicare una parte dei propri risparmi, con orizzonte temporale di almeno 5 anni, su fondi d’investimento azionari specializzati nei temi del futuro è un buon modo per ottenere una rivalutazione importante del proprio capitale. Investire su questi temi, può essere intelligente anche sotto forma di piano di accumulo graduale nel tempo per i figli o per i nipoti e può trasformarsi in un bel regalo a medio-lungo termine.
Non dimentichiamoci che chi investì 1000 Dollari in Apple nel 1996 (azienda allora visionaria e sconosciuta) si ritrova oggi ad avere circa 120 Mila Dollari.
Mattia Cavattoni, Consulente finanziario