Cosa significa porre attenzione alle dinamiche patrimoniali e non solo finanziarie?
A volte la differenza tra i due mondi, la gestione del patrimonio e la gestione finanziaria, non sembra essere così marcata proprio perché si tratta di due necessità tra loro complementari e che tendono a convergere. Esistono però alcune problematiche che non possono essere risolte ricorrendo alla sola gestione del risparmio, in quanto necessitano di competenze e tecniche diverse. Si tratta della tutela del patrimonio, e richiede una conoscenza approfondita delle norme di legge e della disciplina fiscale che regola la materia.
Nel mondo della consulenza finanziaria è infatti in atto una trasformazione: la necessità di fornire servizi completi e di alto livello ai clienti per soddisfare anche le esigenze più complesse, sta portando molti consulenti a trasformarsi in consulenti patrimoniali a 360 gradi.
I consulenti finanziari patrimoniali, per essere in grado di fornire servizi complessi di tutela del patrimonio, devono conoscere non solo la materia finanziaria, ma anche quella legale, fiscale e notarile. Un buon consulente patrimoniale deve quindi essere un po’ avvocato, un po’ commercialista e un po’ notaio, per poter fornire i consigli corretti al cliente e indirizzarlo verso la giusta direzione.
Cosa si intende “tutela patrimoniale” e chi incontra questo bisogno?
La risposta è semplice: tutti.
Tutti, anche senza rendercene conto, abbiamo delle criticità patrimoniali.
Il patrimonio è costituito dalle cose più importanti che una persona ha. Rientrano nel patrimonio di una famiglia la casa, i risparmi messi da parte con grandi sacrifici, in alcuni casi un’azienda, i beni.
Per “tutela” si intende la ricerca della sicurezza, per fare in modo che questo patrimonio non vada mai sprecato, che non diminuisca di valore e che resista anche ad un passaggio generazionale. La tutela del patrimonio è quindi un’opera di prevenzione molto importante.
In Italia un argomento che costituisce un vero e proprio tabù è il testamento.
Causa mancanza di voglia, scarso interesse, sottovalutazione dell’argomento e anche scaramanzia, solo l’8% degli italiani fa testamento. E’ questa una percentuale molto bassa rispetto ad altri paesi europei che sono più evoluti dal punto di vista dell’educazione patrimoniale.
Perché il testamento è importante?
Se si parla di testamento e passaggio generazionale, non esistono scelte discrezionali. Tutto deve essere fatto a norma di legge. Spesso ciò che si pensa di sapere o ciò che si pensa di poter fare è molto diverso da ciò che è in realtà espresso dalle norme di legge.
Di seguito una serie di esempi pratici che mettono in evidenza quanto sia importante chiedere consiglio ad un professionista per tutelare al meglio il proprio patrimonio.
Un classico esempio è una persona che decide di voler escludere dal proprio testamento uno dei figli, per svariati motivi, per lasciare tutta l’eredità all’altro figlio. Per legge è vietato. Una parte del patrimonio dovrà obbligatoriamente andare al secondo.
Un altro esempio molto gettonato è il conto corrente cointestato, strumento al quale si attribuisce spesso un potere maggiore di quello che realmente ha. Restando all’esempio di cui sopra, il padre potrebbe pensare di aprire un conto cointestato con il primo versando tutta l’eredità. Si tratta ancora una volta di una violazione della quota legittima, e il secondo figlio dovrà per legge avere la sua parte.
Si pensa poi di poter destinare una parte del proprio patrimonio a un’associazione benefica, oppure a parenti esclusi dall’asse ereditario (ad esempio per lasciare una parte ai fratelli, invece di destinare tutto ai figli). Senza un testamento, questo non è possibile. La quota disponibile, ovvero la parte che si può destinare a persone o associazioni al di fuori dall’asse ereditario, è almeno del 25% dell’intero patrimonio, ma può essere “liberata” solamente sottoscrivendo un testamento.
Molto importanti sono anche i rapporti di coppia. In ogni rapporto di coppia sono in gioco, per forza di cose, anche dei rapporti patrimoniali. Al giorno d’oggi ulteriori problemi di passaggio generazionale sorgono quando ci si trova in situazioni di coppie di fatto, in cui il “coniuge” non ha alcun diritto legale per reclamare l’eredità. Problemi di questo tipo sono accaduti anche a personaggi noti del mondo dello spettacolo, come ad esempio Lucio Dalla e Alberto Sordi.
Un tema molto importante e caro agli imprenditori è poi il passaggio generazionale dell’attività.
Da alcune ricerche è emerso che in Italia solo il 15% delle aziende sopravvive ad un passaggio generazionale.
Spesso si pensa che per stilare un testamento sia obbligatorio recarsi da un notaio e pagare una parcella.
In realtà non è così. Il testamento può essere fatto con scrittura privata, banalmente scrivendo su un foglio e firmando; se si vuole un grado si sicurezza maggiore, è poi possibile farlo autenticare in Posta con un timbro.
Tutte queste riflessioni dovrebbero rendere consci del fatto che, per non incorrere in spese legali inutili, litigi in famiglia, spreco del patrimonio famigliare per processi, avvocati, spese legali e giudiziarie la cosa migliore è la prevenzione, ovvero guardare lontano e scongiurare ogni problema prendendosi qualche minuto per sottoscrivere un testamento.
Infine, il punto più interessante e che richiede quasi obbligatoriamente l’assistenza di un professionista abilitato e la gestione delle problematiche fiscali legate al passaggio generazionale.
L’Italia da questo punto di vista si può considerare un paradiso fiscale:
la franchigia, ovvero quella parte di eredità trasferita per passaggio generazionale al di sotto della quale non sono dovute imposte allo Stato, per altri paesi europei va da zero (cioè si pagano le imposte già a partire da cifre molto basse) a 500.000€, mentre in Italia è molto più alta e la soglia è di 1 Milione di €.
Anche le imposte in Italia sono molto più basse che negli altri paesi, e vanno dal 4% all’8% sul patrimonio trasferito.
A volte la differenza tra i due mondi, la gestione del patrimonio e la gestione finanziaria, non sembra essere così marcata proprio perché si tratta di due necessità tra loro complementari e che tendono a convergere. Esistono però alcune problematiche che non possono essere risolte ricorrendo alla sola gestione del risparmio, in quanto necessitano di competenze e tecniche diverse. Si tratta della tutela del patrimonio, e richiede una conoscenza approfondita delle norme di legge e della disciplina fiscale che regola la materia.
Nel mondo della consulenza finanziaria è infatti in atto una trasformazione: la necessità di fornire servizi completi e di alto livello ai clienti per soddisfare anche le esigenze più complesse, sta portando molti consulenti a trasformarsi in consulenti patrimoniali a 360 gradi.
I consulenti finanziari patrimoniali, per essere in grado di fornire servizi complessi di tutela del patrimonio, devono conoscere non solo la materia finanziaria, ma anche quella legale, fiscale e notarile. Un buon consulente patrimoniale deve quindi essere un po’ avvocato, un po’ commercialista e un po’ notaio, per poter fornire i consigli corretti al cliente e indirizzarlo verso la giusta direzione.
Cosa si intende “tutela patrimoniale” e chi incontra questo bisogno?
La risposta è semplice: tutti.
Tutti, anche senza rendercene conto, abbiamo delle criticità patrimoniali.
Il patrimonio è costituito dalle cose più importanti che una persona ha. Rientrano nel patrimonio di una famiglia la casa, i risparmi messi da parte con grandi sacrifici, in alcuni casi un’azienda, i beni.
Per “tutela” si intende la ricerca della sicurezza, per fare in modo che questo patrimonio non vada mai sprecato, che non diminuisca di valore e che resista anche ad un passaggio generazionale. La tutela del patrimonio è quindi un’opera di prevenzione molto importante.
In Italia un argomento che costituisce un vero e proprio tabù è il testamento.
Causa mancanza di voglia, scarso interesse, sottovalutazione dell’argomento e anche scaramanzia, solo l’8% degli italiani fa testamento. E’ questa una percentuale molto bassa rispetto ad altri paesi europei che sono più evoluti dal punto di vista dell’educazione patrimoniale.
Perché il testamento è importante?
Se si parla di testamento e passaggio generazionale, non esistono scelte discrezionali. Tutto deve essere fatto a norma di legge. Spesso ciò che si pensa di sapere o ciò che si pensa di poter fare è molto diverso da ciò che è in realtà espresso dalle norme di legge.
Di seguito una serie di esempi pratici che mettono in evidenza quanto sia importante chiedere consiglio ad un professionista per tutelare al meglio il proprio patrimonio.
Un classico esempio è una persona che decide di voler escludere dal proprio testamento uno dei figli, per svariati motivi, per lasciare tutta l’eredità all’altro figlio. Per legge è vietato. Una parte del patrimonio dovrà obbligatoriamente andare al secondo.
Un altro esempio molto gettonato è il conto corrente cointestato, strumento al quale si attribuisce spesso un potere maggiore di quello che realmente ha. Restando all’esempio di cui sopra, il padre potrebbe pensare di aprire un conto cointestato con il primo versando tutta l’eredità. Si tratta ancora una volta di una violazione della quota legittima, e il secondo figlio dovrà per legge avere la sua parte.
Si pensa poi di poter destinare una parte del proprio patrimonio a un’associazione benefica, oppure a parenti esclusi dall’asse ereditario (ad esempio per lasciare una parte ai fratelli, invece di destinare tutto ai figli). Senza un testamento, questo non è possibile. La quota disponibile, ovvero la parte che si può destinare a persone o associazioni al di fuori dall’asse ereditario, è almeno del 25% dell’intero patrimonio, ma può essere “liberata” solamente sottoscrivendo un testamento.
Molto importanti sono anche i rapporti di coppia. In ogni rapporto di coppia sono in gioco, per forza di cose, anche dei rapporti patrimoniali. Al giorno d’oggi ulteriori problemi di passaggio generazionale sorgono quando ci si trova in situazioni di coppie di fatto, in cui il “coniuge” non ha alcun diritto legale per reclamare l’eredità. Problemi di questo tipo sono accaduti anche a personaggi noti del mondo dello spettacolo, come ad esempio Lucio Dalla e Alberto Sordi.
Un tema molto importante e caro agli imprenditori è poi il passaggio generazionale dell’attività.
Da alcune ricerche è emerso che in Italia solo il 15% delle aziende sopravvive ad un passaggio generazionale.
Spesso si pensa che per stilare un testamento sia obbligatorio recarsi da un notaio e pagare una parcella.
In realtà non è così. Il testamento può essere fatto con scrittura privata, banalmente scrivendo su un foglio e firmando; se si vuole un grado si sicurezza maggiore, è poi possibile farlo autenticare in Posta con un timbro.
Tutte queste riflessioni dovrebbero rendere consci del fatto che, per non incorrere in spese legali inutili, litigi in famiglia, spreco del patrimonio famigliare per processi, avvocati, spese legali e giudiziarie la cosa migliore è la prevenzione, ovvero guardare lontano e scongiurare ogni problema prendendosi qualche minuto per sottoscrivere un testamento.
Infine, il punto più interessante e che richiede quasi obbligatoriamente l’assistenza di un professionista abilitato e la gestione delle problematiche fiscali legate al passaggio generazionale.
L’Italia da questo punto di vista si può considerare un paradiso fiscale:
la franchigia, ovvero quella parte di eredità trasferita per passaggio generazionale al di sotto della quale non sono dovute imposte allo Stato, per altri paesi europei va da zero (cioè si pagano le imposte già a partire da cifre molto basse) a 500.000€, mentre in Italia è molto più alta e la soglia è di 1 Milione di €.
Anche le imposte in Italia sono molto più basse che negli altri paesi, e vanno dal 4% all’8% sul patrimonio trasferito.
Proprio perché l’Italia è considerata un paradiso fiscale sul passaggio generazionale, e perché sappiamo bene che le casse del nostro Stato non possono permettersi un tale trattamento di favore verso i cittadini, sono state proposte più volte variazioni a franchigia e aliquote per portarci al livello degli altri paesi europei. Oltre le continue spinte al cambiamento provenienti dalla Unione Europea, vi sono anche proposte politiche interne. Un esempio è la proposta del partito Sinistra e Libertà di abbassare la franchigia al minimo e di triplicare le imposte.
Non è ancora chiaro quando, ma è chiaro che prima o poi anche gli italiani saranno costretti a pagare tasse salate sul trasferimento del patrimonio.
Uno strumento molto utile per alleggerire o addirittura abbattere il carico fiscale sul trasferimento del patrimonio agli eredi mortis causa sono le polizze assicurative.
Le polizze assicurative sulla vita permettono di trasferire il patrimonio in esse incluso senza pagare imposte sul passaggio generazionale.
Le stesse polizze vita sono equiparabili come valore legale ad un testamento e permettono di liberare la quota di patrimonio disponibile da lasciare a qualcuno non indicato nel testamento cartaceo. Grazie alla riservatezza, le compagnie assicurative non possono in alcun modo rivelare il nome del beneficiario.
Altri due strumenti utili che portano importanti benefici in caso di passaggio generazionale sono il fondo pensione e il fondo TFR.
Il fondo pensione non entra totalmente nell’asse ereditario ed è una tecnica molto usata inserire come beneficiario il coniuge di una coppia di fatto per trasferirgli una parte di patrimonio.
Anche con il fondo TFR può essere indicato un beneficiario caso morte. Inoltre, lasciando il TFR in azienda sarebbe corrisposto agli eredi solamente il 40% di tutto il TFR maturato, mentre con un fondo TFR è possibile trasferirne la quasi totalità.
Ricorrendo all’aiuto di un professionista della consulenza e tramite una mappatura dell’intero patrimonio famigliare è quindi possibile gestire al meglio le problematiche fiscali legate al passaggio generazionale e garantire una maggior tutela alle persone più deboli in famiglia, come ad esempio chi non ha reddito.
Lo studio parte dalla quantificazione del patrimonio totale, per arrivare poi alla quantificazione fiscale, protezione del patrimonio, alla programmazione successoria, tenendo in considerazione anche eventuali posizioni debitorie o crediti del cliente che passeranno in successione.
Mattia Cavattoni, consulente finanziario